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Gli scrittori che hanno anticipato il futuro della tecnologia

All'epoca era fantascienza, oggi è realtà. Alcuni scrittori hanno anticipato e descritto nei loro libri tecnologie e oggetti di uso comune nella nostra epoca. È solo una coincidenza?

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Scrittore in cerca d'ispirazione Fonte foto: Shutterstock

In passato alcuni scrittori hanno avuto delle visioni nitide del futuro descrivendo, con dovizia di dettagli, oggetti e tecnologie ancora non esistenti alla loro epoca. Profezie che si sono puntualmente avverate, che si trovano in una fase di sviluppo molto avanzato. In qualche modo, è come se questi scrittori “visionari” avessero viaggiato nel tempo e descritto il nostro presente o futuro prossimo. Dalle carte di credito ai pannelli solari, dagli auricolari wireless alla traduzione in tempo reale, dal riconoscimento facciale alla realtà aumentata, e poi fino ai robot e all’intelligenza artificiale: ecco gli scrittori che hanno anticipato il futuro della tecnologia e ne hanno fatto notizia.

Edward Bellamy e la carta di credito

La prima carta di credito fu introdotta sul mercato dall’attuale Diners Club nel 1950, come un sistema di pagamento pensato, almeno inizialmente, per il settore business e quello del turismo. E non si può dire che questo “oggetto” non abbia radicalmente cambiato la vita di tutti rendendo molto più immediati e comodi gli acquisti e rivoluzionando, al contempo, l’economia a livello mondiale. Ma l’idea della carta di credito è ben più vecchia del suo primo rilascio sul mercato. Nel lontano 1888, infatti, nel suo romanzo Guardando indietro lo scrittore Edward Bellamy descrive questo oggetto come se fosse realtà, spiegando nel dettaglio anche il suo funzionamento. D’altronde, l’idea centrale del suo libro era che un giorno le persone non avrebbero più pagato con soldi contanti ma con delle carte. Un’anticipazione del futuro della tecnologia tutt’altro che irrisoria.

Hugo Gernsback e la televisione

Un altro esempio che lascia davvero a bocca aperta è Ralph 124C 41+, un romanzo pubblicato in 12 puntate sulla rivista di elettronica Modern Electrics da Hugo Gernsback nel 1911. Probabile che lo scrittore fosse un appassionato di tecnologia, perché nel suo libro anticipa – e descrive – moltissime tecnologie moderne: la televisione, il videofonino, i voli intercontinentali, l’uso dell’energia solare, latte e cibo sintetici, i vestiti artificiali, i viaggi nello spazio e i registratori a nastro. Ma non finisce qui perché la sua mente prolifica, quanto visionaria, immagina anche il funzionamento del laser che inizierà a essere sviluppato e testato solo verso la fine del 1935.

Ray Bradbury e gli auricolari wireless

Nel romanzo Fahrenheit 451, scritto nel 1953 – e pubblicato in Italia con il nome de Gli anni della fenice, Ray Bradbury predice il futuro di una tecnologia particolarmente amata ai giorni nostri: gli auricolari wireless. Il libro è un testo piuttosto critico nei confronti dei mezzi di comunicazione che, a suo dire, stavano diventando troppo invasivi. Nel racconto, infatti, la protagonista del romanzo, Mildred, è una donna depressa che passa tutto il giorno davanti alla TV per distrarsi e che si addormenta con delle minuscole conchiglie radiotrasmittenti infilate nelle orecchie… nel caso perdesse qualche notizia interessante. Queste minuscole conchiglie radiotrasmittenti altro non sono che degli auricolari. E, per giunta, senza fili.

Douglas Adams e la traduzione il tempo reale

Nel 1979 Douglas Adam, autore del libro Guida galattica per gli autostoppisti, descrive quello che lui chiama il “Pesce di Babele”, che altro non è che un traduttore universale – con le sembianze di un piccolo pesce giallo – che, una volta inserito nell’orecchio, sussurrava simultaneamente la traduzione da qualsiasi lingua dell’universo. L’autore si , forse spinto un po’ troppo in là con l’immaginazione: gli attuali strumenti di traduzione in tempo reale esistono ma si limitano solo alle lingue parlate sul pianeta Terra. Ma comunque è riuscito a dare la notizia di una tecnologia aluanto importante per l’epoca moderna.

Philip K. Dick e il futuro della tecnologia

Tutto conosciamo Minority Report, il film culto diretto da Steven Spielberg nel 2002 e diventato noto anche per il suo cast d’eccezione: Tom Cruise, Colin Farrell e Max von Sydow. Ma quanti sanno che il film è tratto dal racconto Rapporto di minoranza, scritto da Philip K. Dick nel 1956? Chi ha letto il racconto, o anche chi ha visto il film, è rimasto senza dubbio impressionato dalla strabiliante tecnologia futuristica che vi è descritta: riconoscimento facciale, tracking del volto, realtà aumentata, e chi più ne ha più ne metta. Tutte tecnologia già sviluppate che, forse, tra qualche anno, supereranno addirittura quelle del film di Spielberg.

 

 

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