Libero
APPLE

I visori AR/VR sono un flop: che farà Apple adesso?

I visori AR/VR stanno registrando vendite basse e secondo Ming-Chi Kuo non saranno uno dei trend per l’elettronica del futuro

Pubblicato:

visore ar vr mr Fonte foto: Shutterstock

Nonostante le grandi potenzialità di questa tecnologia, le vendite dei visori AR/VR  già lanciati sul mercato stentano a decollare. A fare luce su questa situazione è stato Ming-Chi Kuo, analista di fama internazionale specializzato nel settore dell’elettronica, che ha fatto il punto sulla diffusione di questi visori. Dalla sua analisi emerge un quadro piuttosto critico che potrebbe segnare un cambio di rotta da parte di tutte le aziende che da tempo stanno cercando di entrare sul mercato con i propri dispositivi, inclusa Apple.

Quanto vendono i visori AR/VR

In un tweet di Ming-Chi Kuo, e in un post sul suo blog su Medium, si leggono alcune importanti notizie riguardo la diffusione dei visori AR/VR. La prima riguarda Sony, che ha ridotto di circa il 20% i suoi piani per la produzione di PS VR2, previsti per quest’anno. Nemmeno gli utenti di Playstation 5 e del gaming di next-gen, insomma, appaiono propensi a provare esperienze di gioco in VR.

Stesso discorso per il Quest Pro di Meta venduto in appena 300 mila unità. Cifre ben al di sotto delle aspettative, dovute anche al fatto che il metaverso rimane un discorso in divenire, che offre ancora pochissimo agli utenti. Anche Pico, uno dei più grandi produttori del mondo di visori AR/VR, nel 2022 ha registrato spedizioni inferiori di oltre il 40% rispetto alle aspettative.

Dati alla mano, secondo Ming-Chi Kuo questa tecnologia non ha ancora i requisiti per diventare uno dei trend dell’elettronica di consumo del futuro. Secondo l’analista, quindi, un eventuale annuncio di un visore Apple potrebbe rappresentare “l’ultima speranza per convincere gli investitori che un dispositivo AR/MR potrebbe avere la possibilità di essere il prossimo prodotto di punta nell’elettronica di consumo“.

Perché i visori AR/VR non decollano

Secondo un recente sondaggio pubblicato da Piper Sandler sono pochissimi gli adolescenti che negli Stati Uniti utilizzano un visore AR/VR. Sempre nel sondaggio, solo il 4% degli intervistati utilizza un visore quotidianamente. Circa il 14% lo usa almeno una volta a settimana.

Ma i numeri più preoccupanti sono quelli sul perché questi visori non convincono gli utenti: il 52% dei giovani ha dichiarato di non avere interesse al riguardo o di non avere una visione chiara dell’utilità di questa tecnologia. Ottimisticamente il 7% ha detto che potrebbe valutare la cosa in futuro.

Il vero problema dei visori, quindi, è che nessuno ha capito bene a cosa servono e perché un utente dovrebbe comprarne uno. Manca ancora, per dirla in gergo tecnologico, la “killer app” dei visori AR/VR.

Visore Apple: si farà o no?

In una recente intervista a GQ, il CEO di Apple, Tim Cook, ha parlato dei piani dell’azienda e non ha escluso l’ipotesi di un dispositivo per la realtà aumentata, sottolineando le infinite potenzialità di sovrapporre il mondo digitale a quello reale. In tal senso, gli utilizzi potrebbero essere molteplici e non solamente per l’intrattenimento.

Nonostante questo, però, lo stesso Tim Cook nel 2015 era apparso scettico su questa tecnologia, definendo i Google Glass come un’idea che non avrebbe ottenuto consensi. In effetti è stato così è il progetto di Big G ha ufficialmente chiuso i battenti, ma il CEO di Apple non ha sbarrato definitivamente le porte a questi dispositivi, limitandosi a dire che Apple è alla ricerca di un qualcosa che possa dare un contributo significativo all’innovazione, includendo anche i visori AR/VR, che potrebbero comunque far parte del futuro del colosso di Cupertino.

Al momento, però, appare piuttosto difficile che a maggio si possa assistere alla presentazione del visore (che si dovrebbe chiamare Apple Reality Pro o Apple Reality One). Tuttavia l’azienda potrebbe stupire tutti e cambiare (di nuovo) le carte in tavola proponendo qualcosa di inaspettato che potrebbe essere l’input giusto per un settore che, per adesso, non conquista l’utenza.