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Intel acquista Voke: aumenta il legame tra sport e realtà virtuale

L’azienda ha acquistato la società produttrice di fotocamere e riprese per dispositivi VR e ha intenzione di modificare il classico concetto del guardare lo sport in tv

Intel acquista Voke: aumenta il legame tra sport e realtà virtuale Fonte foto: Shutterstock

Il nodo che sta unendo lo sport con la realtà virtuale si fa di giorno in giorno sempre più stretto. Diverse aziende stanno puntando su un nuovo modo di guardare le partite a 360°. Intel è tra le prime e non a caso ha appena acquistato Voke, uno dei produttori principali di fotocamere per la VR.

Intel acquista l’azienda Voke. Intel non ha ancora reso noto alcun dettaglio riguardante l’acquisizione, perciò non sappiamo ancora quanto abbia pagato per annettere al suo interno Voke. L’azienda per dispositivi per la realtà virtuale vanta un’esperienza nel settore di 12 anni e ha sede nella stessa città natale di Intel: Santa Clara. In California. La tecnologia di Voke può essere utilizzata per catturare le azioni in stereo, in modo che possano essere viste da angolazioni diverse. Pur mantenendo un senso di profondità e di proporzione. Ovviamente i video particolari realizzati da Voke sono riproducibili sui visori VR ma anche su tablet e smartphone.

Lo sforzo di Intel per lo sport in VR

L’acquisto di Voke da parte di Intel è la dimostrazione dell’ennesimo passo in avanti che l’azienda sta facendo per diventare un leader mondiale all’interno del mondo sportivo in realtà virtuale. Prima di Voke, Intel aveva acquistato, infatti, Replay Technologies. Una società israeliana che aiuta le emittenti sportive nelle riprese delle azioni con le panoramiche. La tecnologia di Replay consente inoltre agli spettatori di vedere i replay da qualsiasi angolazione, grazie a più telecamere ad alta risoluzione. Intel sta dunque cercando di sviluppare una tecnologia volta alle emittenti televisive per modificare il concetto classico del “guardare la partita”. Riprese da più angolazioni, panoramiche e partite in VR. Per il mercato americano sta già diventando un’abitudine e presto questo nuovo modo di vivere lo sport sarà pratica comune anche in Europa.