Lavorare viaggiando, con l'online è possibile: come fare
I nomadi digitali sono lavoratori che si guadagnano da vivere online e intanto viaggiano, spostandosi da un capo all'altro del mondo: ecco alcuni trucchi
In questi due anni, lo smartworking è diventato la norma. Sempre più persone lavorano da casa, e qualcuno approfitta anche per fare una capatina al bar più vicino per bere un caffè mentre lavora all’ultimo progetto. Ma c’è chi questo concetto lo ha portato all’estremo: sono i nomadi digitali.
Chi sono i nomadi digitali
Questo tipo di lavoratori esisteva ben prima della pandemia da Covid-19, ma negli ultimi due anni il loro numero è aumentato esponenzialmente. Si tratta di imprenditori o di lavoratori freelance, che non sono legati a un ufficio o a particolari turni e orari.
Sono lavoratori che si guadagnano da vivere in modo digitale, online, che hanno un computer portatile e sono attrezzati per lavorare ovunque, conducendo quindi uno stile di vita mobile: quattro mesi in Thailandia, un paio di settimane a Milano, cinque mesi in Messico.
Molti Paesi offrono a queste persone dei visti speciali. Sono autorizzazioni a lavorare in un determinato Stato durante il soggiorno. Come quelli turistici, sono facili da ottenere, ma consentono anche soggiorni più lunghi. Il visto per nomadi digitali permette al suo titolare di lavorare durante il soggiorno in un Paese, a condizione che non entri nel mercato del lavoro locale. Non competono per il lavoro con i residenti del posto.
I consigli per lavorare viaggiando
Gli esperti nel tempo hanno sviluppato un portafoglio di conoscenze e di tecniche da usare se si vuole lavorare viaggiando, senza farsi abbattere dalle barriere culturali, burocratiche e linguistiche.
Il primo ostacolo è quello di trovare un posto in cui abitare: il consiglio è di non lanciarsi subito alla ricerca di una casa, ma di passare la prima settimana in un albergo o in un AirBnB per conoscere la città, scoprire i quartieri e avere una buona base d’appoggio per andare a vedere le case che si è interessati ad affittare.
Ovviamente bisogna viaggiare leggeri: ecco perché molti nomadi digitali scelgono paesi caldi, dove cappotti e felpe ingombranti non servono. Qualcuno addirittura usa solo il bagaglio a mano: bisogna anche ricordarsi che si va a vivere spesso in posti “civilizzati”, dove ci sono negozi in cui comprare l’occorrente, che poi si può regalare o donare.
La flessibilità gioca un ruolo importante nella vita del nomade digitale: questo vuol dire che bisogna adattarsi a situazioni non per forza idilliache, ma anche che si ha la massima libertà. Senza vincoli e senza limiti si possono prenotare aerei low cost anche all’ultimo secondo, approfittando delle offerte. Ci sono motori di ricerca e trucchi utili a questi scopi: molti nomadi digitali scovano un volo da poche centinaia di euro per l’altro capo del mondo e ci saltano sopra senza pensarci due volte.
È fondamentale adattarsi alla vita del Paese in cui si va a vivere, e comportarsi come qualcuno “del posto” fin dal primo giorno. Questo vuol dire evitare le zone più turistiche e le attrazioni più costose: non si sta andando in Vietnam da turisti, ma da lavoratori, quindi bisogna anche tenere d’occhio le proprie finanze. Spesso una chiacchierata con i vicini di casa o con altri nomadi digitali può aiutare a scoprire posti genuini, a trovare situazioni lavorative e abitative ottimali, e a risparmiare soldi.