Le sette caratteristiche dove i robot superano l'uomo
Lo sviluppo di questi macchinari porterà all’utilizzo dei robot in diversi lavori e in diversi compiti quotidiani, vediamo dove già oggi sono più bravi di noi

A Oakland, sulla baia di San Francisco, è stato realizzato un esperimento sociologico che sembra essere arrivato direttamente dal futuro. Un centinaio di persone sono state selezionate per ricevere uno stipendio base per cinque anni. Senza doversi recare a lavoro. L’obiettivo è vedere come l’uomo vivrà se in futuro ogni lavoro sarà svolto da un robot. Le attuali previsioni, infatti, ci parlano di diversi robot già pronti a fare molti dei compiti attualmente svolti dall’uomo. Con la differenza che queste macchine possono farlo in maniera più rapida, più efficace e meno costosa. Vediamo allora sette caratteristiche umane che i robot già possiedono.

Info point, hall degli hotel, personale di stazioni e aeroporti. Detti così questi spazi e queste professioni sembrano ancora pienamente sotto il controllo umano. In realtà i robot potrebbero svolgere già da ora alla perfezione il lavoro in questi ambiti. Macchine come Tico e Pepper sono specializzate nel parlare agli umani: traducono qualsiasi lingua, forniscono indicazioni su un luogo o un evento. Se per esempio chiedete a Tico quale sia la sua squadra di calcio preferita lui risponderà senza esitazioni Sporting de Gijón. Abbastanza normale per un robot costruito in Spagna. Si tratta di macchine progettate per accogliere e accompagnare le persone. E sanno parlare otto differenti lingue.

“Mamma, c’è un robot alla porta!”. Detta così questa frase suona fantascientifica ma tra qualche anno sarà la normalità. Molti dei prodotti che compriamo online, dalla pizza al computer, potrebbero venirci consegnate da un simpatico robot. Questo tipo di consegne sono state sperimentate in 60 diversi Paesi, soprattutto per la consegna di cibo a domicilio o di libri nelle biblioteche. I robot in questione sono dotati praticamente delle stesse tecnologie usate nelle auto senza conducente (telecamere, sensori e GPS), per essere in grado di muoversi nelle strade. Ci sono anche robot con “zampe” simili a quelle di un cane. Amazon, che vuole adottare le consegne aeree con i droni, usa già dei robot nei suoi magazzini: ordinano, ritirano e catalogano la merce, e hanno abbassato di 30 minuti i tempi di consegna rapida. In più possono lavorare senza mai fermarsi.

In una casa di riposo di Singapore la maggior parte delle attività ludiche è svolta da un gruppo di robot. Anche i balli di gruppo, con braccia e monitor della macchina che guidano i movimenti delle persone anziane. Si tratta nello specifico di Robocoach, un robot pensato per combattere la sedentarietà fisica negli anziani. Svariati anche i robot pensati per l’infanzia e l’istruzione. Zenbo, per esempio, è in grado di leggere un’infinità di storie ai bimbi e c’è Kibo, di Asus, che aiuta i più piccoli a fare i compiti. Inoltre, recenti studi hanno dimostrato che queste macchine possono aiutare i bambini autistici. Per loro è più facile aprirsi e interagire con una macchina.

La macchina batte l’uomo 1-0. È quello che è successo quando Alpha Go, un algortimo, ha battuto il campione europeo di Go, il complicato gioco da tavolo cinese. Si tratta di un dejà vu, poiché nel 1996 il computer Deep Blue batté il maestro di scacchi Gary Kasparov. Go però è un gioco molto più complesso degli scacchi. E richiede intuizione. Dunque l’algoritmo Alpha Go ha introdotto questa caratteristica, l’intuizione, che sembrava unicamente umana, anche nelle macchine. Stessa storia quando il computer IBM Watson ha battuto due concorrenti in un celebre gioco a premi statunitense. Non solo calcolo e ragionamento ma anche riflessi. Un robot svizzero, infatti, ha battuto un gruppo di studenti a calcio balilla. Superandoli in riflessi e in potenza di tiro.

Nel 2000 è nato il primo robot chirurgo, dal nome evocativo Da Vinci. Questo sistema potenzia gli occhi e le mani del chirurgo umano permettendo anche delle operazioni a distanza. Grazie al collegamento con esperti dislocati anche a migliaia di chilometri di distanza. Da Vinci ha quattro braccia e ha effettuato in “carriera” operazioni complesse come il trapianto sezionato delle ossa. Va detto comunque che il macchinario è gestito da un uomo. Nel 2016 invece è nato STAR, un chirurgo robot che batte i suoi colleghi umani e che non ha bisogno dell’intervento umano per funzionare. È un’intelligenza artificiale che sfrutta raggi infrarossi, la visione 3D e si basa su un algoritmo generato sui principi più innovati della chirurgia moderna.

Avere un maggiordomo domestico è sempre stato il sogno dell’uomo. Una figura di questo tipo la troviamo nei cartoni, sui libri e nei film. Creare un robot che possa fare ogni compito in casa però è impossibile. Non è impossibile invece avere più robot che svolgano per noi le diverse faccende domestiche. Ci sono aspirapolveri intelligenti come Roomba, che hanno un sensore per individuare le aree sporche della casa. Ma ci sono anche robot tosaerba e robot per la pulizia del barbecue.

Quando pensiamo a un robot immaginiamo un dispositivo di forma umanoide che ci sorride, oppure se abbiamo visto troppi film di fantascienza a un macchinario che cerca di ucciderci. La verità è che qualsiasi macchina programmata per svolgere dei compiti autonomi può essere considerata un robot. E questa definizione include anche le auto senza conducente. I veicoli autonomi sono tra gli argomenti più urgenti a livello mondiale, e a dirlo è il Parlamento europeo. Entro il 2020 potrebbero già essere una solida realtà nelle nostre strade. Grazie anche agli sforzi di aziende come Tesla o BMW.