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SCIENZA

Davvero l'Oceano Atlantico rischia di crollare e rompersi? Cosa sta succedendo: l'allarme

Cosa sta accadendo all'oceano Atlantico? La sua corrente rischia di collassare: il clima mondiale non sarebbe più lo stesso

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L’oceano Atlantico potrebbe raggiungere uno stadio di collasso, come spiegato da due scienziati. Si parla infatti con insistenza di un punto di rottura relativo a un gigantesco sistema di correnti, fondamentale per le condizioni meteo. La trasformazione climatica sta agendo in maniera costante sul pianeta e in modi che non abbiamo ancora scoperto. Quanto tempo ci resta per salvare l’Atlantico?

Cosa sta accadendo nel Mare di Irminger

In una “piccola” fetta dell’oceano Atlantico, al largo dell’area sud-occidentale dell’Islanda, si trova il Mare di Irminger, uno dei luoghi più tempestosi dell’emisfero settentrionale. Mentre il mondo si riscalda, in questo lembo di terra le temperature non hanno subito variazioni, o quasi. Una bolla temporale e climatica, in pratica. In alcuni anni, in realtà, sono state registrate addirittura temperature ribassate rispetto alla media, paragonando le statistiche della fine del XIX secolo con quelle del 2010.

Il buco del riscaldamento, come gli scienziati lo chiamano. Una buona notizia, verrebbe da pensare, e invece potrebbe rappresentare un enorme problema. È un segnale che qualcosa di molto sbagliato potrebbe essere in corso nella circolazione meridiana atlantica. Lo sguardo è rivolto in questo caso soprattutto verso l’AMOC, Atlantic Meridional Overturning Circulation, che è il principale sistema di correnti che attraversa l’oceano. Scorre tra i due emisferi, rappresentando una gigantesca pompa di calore, per semplificare.

Senza scendere nel dettaglio di tutto il processo che, costantemente, è in corso senza che la maggior parte di noi vi presti la minima attenzione, ecco cosa accade nel buco di riscaldamento. Questo punto dell’Atlantico non sta risentendo pienamente dell’aumento delle temperature. Negli ultimi anni è giunto meno calore dai tropici. Ciò vuol dire che la corrente sta rallentando.

Alcuni calcoli evidenziano come il flusso dell’AMOC si sia indebolito del 15% a partire dalla metà del XX secolo. È il più debole da mille anni a questa parte.

Il timore degli scienziati è che possa superare una soglia d’allarme, di fatto dando il via a un declino che risulterebbe inarrestabile. Ma potrebbe davvero fermarsi? Potremmo davvero aver “rotto” l’Atlantico? Superata quella soglia, sì. A quel punto servirebbero molti decenni prima dello stop vero e proprio. Alla fine, però, arriveranno generazioni su questa Terra che faranno i conti con una “profonda riorganizzazione su scala globale” dei sistemi climatici del pianeta, spiegano gli esperti.

L’Europa settentrionale sprofonderebbe in una ondata di freddo devastante. I sistemi alimentari risulterebbero compromessi e grandi regioni verrebbero invece condannate alla siccità.

La soglia di rottura

Descritto questo quadro allarmante, l’ennesimo che il mondo della politica su scala mondiale ignora volontariamente, viene da chiedersi quanto sia vicina la soglia. Ecco il pensiero di Peter Ditlevsen, ricercatore dell’Università di Copenaghen, riportato da Wired. Anni di ricerche hanno portato a comprendere come il clima muti gradualmente, certo, ma anche a grandi sbalzi. La Terra non è così stabile e affidabile come si può pensare. È stata instabile per millenni e lo è ancora. Lo aveva già teorizzato lo scienziato del clima Wallace Broecker nel 1987.

La vita condotta dall’uomo su questo pianeta, all’insegna dello sfruttamento senza sosta, sta di fatto provocando una bestia assopita. Ora gli scienziati si chiedono se sia possibile prevedere un salto.

Nel 2019 l’Unione europea ha lanciato un progetto sui punti critici del clima, coinvolgendo 50 scienziati provenienti da 15 Paesi. L’obiettivo era valutare il rischio prossimo futuro di un potenziale arresto dell’AMOC o di una trasformazione dell’Amazzonia in una vera e propria savana. Alla guida è stato posto proprio Ditlevsen, al fianco del partner Niklas Boers, fisico del clima presso l’Università Tecnica di Monaco. Si stima che l’AMOC abbia meno di una possibilità su dieci di collassare prima del 2100. Una su 10.

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