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SCIENZA

Perché nelle conchiglie si sente il mare

Le conchiglie affascinano soprattutto per la particolarità di far sentire il rumore del mare: ma è davvero così? C'è una spiegazione scientifica

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Limpide, fredde, silenti: così il poeta americano Walt Whitman descriveva le conchiglie, un’immagine senza dubbio romantica, anche se c’è un aggettivo che non convince del tutto. In effetti, almeno una volta nella vita abbiamo sperimentato come, avvicinando questi involucri alle orecchie, si possa sentire il mare. Di cosa si tratta?

Il rumore tipico che arriva al nostro cervello è quello di un suono calmo e prolungato, come quello dell’acqua che si infrange contro le onde. Sono nate varie leggende da questo punto di vista, ma bisogna sfatarle. In particolare, le conchiglie non “ricordano” affatto le acque in cui sono state magari immerse, la spiegazione è molto diversa e sorprendente.

Come rimbalzano i rumori nelle conchiglie

In pratica, tra l’orecchio e la conchiglia va a insinuarsi una folata di vento, al resto ci pensano i rumori dell’ambiente, nel caso specifico la spiaggia. L’aria all’interno della cavità viene fatta vibrare e l’eco ci fa sentire quello che sembra il mare. Questi suoni sono provocati anche dal materiale tipico del guscio, vale a dire il carbonato di calcio che è piuttosto duro e che contribuisce a far rimbalzare i rumori più volte. D’altronde, il comportamento delle conchiglie in questi casi è simile a quello tipico di qualsiasi oggetto cavo.

In questo caso bisogna scomodare la fisica e più precisamente un particolare fenomeno, la risonanza di Helmholtz. Di cosa si tratta? Prende il nome da uno scienziato tedesco, Hermann Von Helmholtz, e chiunque può averlo sperimentato: ad esempio, quando si soffia in una bottiglia vuota, il suono viene riprodotto proprio da questa risonanza. L’aria in eccesso viene fatta entrare in maniera forzata nella cavità e questo contribuisce ad aumentare la pressione. Quando la forza esterna si interrompe, allora l’aria stessa esce dal punto da cui era entrata. Quello delle conchiglie è soltanto l’esempio più eclatante, ma qualcosa di non molto diverso può essere riprodotto senza problemi anche in casa.

Non solo conchiglie: l’esempio dei bicchieri

Al posto delle conchiglie si può utilizzare senza problemi un bicchiere. Basterà posizionarlo vicino all’orecchio e a quel punto il risultato sarà praticamente lo stesso: ovviamente non ci sarà spazio per il mare, ma soltanto per i rumori ambientali della casa o di qualsiasi altro luogo in cui ci si trovi. Tra i tanti a occuparsi del fenomeno marino c’è Andrew King, a capo di due strutture di neuroscienze, il Center for Integrative Neuroscience dell’Università di Oxford e l’Oxford Auditory Neuroscience Group. Proprio questo esperto si è occupato del rumore delle conchiglie con alcune precisazioni interessanti.

Secondo King, le conchiglie rappresentano una sorta di cassa di risonanza, inoltre possono essere paragonate a dei veri e propri strumenti musicali a fiato. Visto che il suono può essere di tipologie molto diverse tra loro, a seconda della vibrazione all’interno della cavità, il nostro cervello sarà subito catturato da questa intensità. C’è dunque molto di scientifico e poco spazio per il romanticismo, anche se c’è da scommettere che una ricostruzione del genere non ridimensionerà l’amore che hanno gli appassionati di conchiglie nei confronti di questi meravigliosi gusci marini.

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