Qualcosa sta accadendo a un ghiacciaio in Groenlandia e non è un buon segno
Sta accadendo qualcosa di anomalo in uno dei ghiacciai più grandi del mondo e non è affatto un buon segno per il nostro Pianeta.
In Groenlandia si erge un ghiacciaio che da anni attira l’attenzione degli studiosi. Si tratta del Petermann, il più grande e imponente, e non è un segreto che stia subendo gli effetti del cambiamento climatico. Enormi crepe si sono formate nel corso del tempo, una delle quali scoperta nel 2017 e situata al suo centro, a differenza di quanto accade generalmente. Stavolta un nuovo studio pubblicato dalla National Academy of Science ha descritto una nuova anomalia che non è affatto un buon segno.
Cosa sta accadendo al ghiacciaio Petermann in Groenlandia
Un gruppo di glaciologi dell’Università della California, Irvine e del Jet Propulsion Laboratory della NASA ha pubblicato lo scorso lunedì uno studio negli Atti della National Academy of Sciences, frutto delle ultime osservazioni del ghiacciaio Petermann, uno dei più grandi del mondo, situato a nord-ovest della Groenlandia.
Il ghiacciaio in questione è da sempre sotto l’occhio vigile degli scienziati, perché interessato da uno scioglimento piuttosto rapido ed evidente. Nel tempo sono state individuate diverse fratture laterali (i cosiddetti ice canyon) e persino una grande crepa centrale, fenomeno piuttosto insolito e che ha destato parecchia preoccupazione. Il rischio che tale crepa potesse incrociarne un’altra scoperta in precedenza, generando così un iceberg di proporzioni enormi nel Mar Glaciale Artico, non è certo di poco conto.
Stavolta, però, i glaciologi hanno individuato una nuova anomalia nello scioglimento del ghiacciaio. Come riporta Brandon Miller, meteorologo della CNN: “Le osservazioni dal ghiacciaio Petermann hanno rivelato che la linea di terra del ghiacciaio – l’area in cui la calotta glaciale inizia ad estendersi sopra l’Oceano – può spostarsi in modo significativo” sotto l’influsso delle maree. In sostanza la suddetta linea di terra “migra tra 2 e 6 chilometri” interagendo con le maree, come ha specificato ulteriormente Enrico Ciracì, autore principale dello studio e scienziato dell’UCI.
Le conseguenze sull’innalzamento del livello del mare
“Questa è una scoperta importante – ha aggiunto Miller – perché la visione tradizionale tra gli scienziati era che la linea di terra non migrasse con le maree, e questo introduce un’altra importante fonte di scioglimento che potrebbe accelerare l’innalzamento del livello del mare”. E no, non è una buona notizia.
Alla luce degli ultimi studi, secondo cui le temperature della superficie del mare sono state le più alte mai registrate questa primavera, un picco che ha allarmato gli scienziati che temono che possa far parte di una nuova tendenza preoccupante, l’interazione ghiacciai-maree diventa una ulteriore minaccia per le coste di tutto il mondo.
L’innalzamento del livello del mare potrebbe accelerare, dunque, in modo molto più repentino di quanto si pensasse. Anche perché, di fatto, lo scioglimento dei ghiacciai in Groenlandia è di per sé il principale fattore di rischio per tale fenomeno. “Queste interazioni ghiaccio-oceano rendono i ghiacciai più sensibili al riscaldamento degli Oceani – ha affermato il coautore dello studio Eric Rignot, professore all’UCI e ricercatore JPL della NASA -. Queste dinamiche non sono incluse nei modelli e, se dovessimo includerle, aumenterebbero le proiezioni dell’innalzamento del livello del mare fino al 200 per cento, non solo per il Petermann ma per tutti i ghiacciai che terminano nell’oceano, che è la maggior parte della Groenlandia settentrionale e tutta l’Antartide“.