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Il simbolo del Natale è, in realtà, un semi-parassita: la rivelazione

Il vischio è senza dubbio uno dei principali simboli del Natale, ma in realtà è una pianta parassita che crea grande stress agli alberi

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Pianta magica, dalle proprietà medicinali, ma soprattutto decorativa: quando è Natale il vischio è una presenza immancabile che rende l’atmosfera ancora più speciale. Gli innamorati non si lasciano sfuggire una bella foto mentre si baciano sotto quello che viene considerato un tradizionale e beneaugurante portafortuna ma, in realtà, questa pianta ha delle caratteristiche che, una volta approfondite, la rendono molto meno “simpatica”.

Come sottolineato da diversi esperti, infatti, il vischio non è altro che un parassita in grado di sopravvivere insieme all’albero in cui decide di “insidiarsi”. D’altronde, basterebbe approfondire il nome scientifico della pianta.

Il vischio e i rischi per gli alberi

Il vischio tipico che si vede utilizzato come decorazione natalizia appartiene alla famiglia dei “Phoradendron”, termine che significa letteralmente “ladro dell’albero”. Ecco perché Allison Watkins, orticoltore presso la Texas A&M University, insiste sul fatto che sia un parassita in grado di sfruttare la fotosintesi per il proprio nutrimento. Tra l’altro, sarebbe in grado di resistere fino a oltre un secolo. Come rimarcato da Watkins, la pianta arreca all’arbusto uno stress incredibile, rendendolo persino più vulnerabile agli insetti e alle malattie. È comunque improbabile che possa essere responsabile della morte dell’albero stesso.

A rendere la situazione più complicata, però, ci pensano gli uccelli che si posano sui rami. In base a quanto accertato, i volatili non disprezzano affatto le bacche del vischio, tanto da spargerne il seme sui rami. Questi semi sono estremamente appiccicosi, tanto da rovinare il legno con il passare del tempo, in particolare nei periodi di siccità. Eppure, tutto questo non ha impedito alla pianta parassita di diventare sempre più apprezzata.

Non a caso, sono stati utilizzati nel corso delle epoche i nomi più famosi per descriverla: bacca di tuono, erba del diavolo, erba del druido (in onore alle origini celtiche del vischio) e persino scopa di strega. Ecco perché i nostri antenati erano soliti appenderne un rametto sulle pareti proprio per difendersi da eventuali spiriti maligni.

Come eliminare il vischio

C’è comunque un modo per eliminare il vischio dagli alberi in modo da non provocare altri danni agli arbusti. Il consiglio che va per la maggiore è quello di potare il ramo in cui la pianta parassita è cresciuta. Bisogna però ricordare che la maturazione non avviene da un giorno all’altro, servono dai due ai tre anni almeno, poi si può procedere con la rimozione. Lo stress per l’albero sarà ovviamente inferiore in caso di potatura “ridotta”. Come è facile immaginare, ci sono diverse leggende alla base della presunta nascita del vischio, fantasiose ma allo stesso tempo affascinanti.

Nei paesi scandinavi si racconta che il figlio del Dio Odino, Balder, abbia perso la vita per poi rinascere dopo essere stato colpito da una piccola bacca del vischio. A ordinare la sua morte sarebbe stato il Dio dell’Inverno, invidioso della sua bellezza. Le lacrime della madre di Balder si trasformarono allora in piccole bacche che riuscirono a farlo rivivere: così nasce la tradizione di ringraziare chiunque passasse sotto il vischio con un bacio. Secondo la tradizione cristiana, al contrario, la pianta sarebbe nata dalle lacrime di un vecchio mercante che si vergognò tantissimo per non aver portato alcun dono a Gesù Bambino dopo essere giunto a Betlemme.

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