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Stop agli aumenti incontrollati delle tariffe telefoniche

Una proposta di legge vuole mettere un freno alle modifiche unilaterali dei contratti telefonici, con conseguente rimodulazione delle tariffe

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Donna con espressione sorpresa guarda lo schermo del telefono Fonte foto: Shutterstock

Quante volte hai sottoscritto un contratto con una compagnia telefonica per aderire a una offerta che ti sembrava estremamente vantaggiosa e poi, dopo pochi mesi, il gestore he modificato qualche clausola del contratto rendendo l’offerma assai meno attraente? E che dire, poi, delle offerte mensili che poi sono state trasformate in “rinnovi ogni quattro settimane”?

Le rimodulazioni tariffarie da parte degli operatori telefonici sono ormai all’ordine del giorno, ma forse qualcosa potrebbe cambiare in futuro. Oggi nessuno può impedire ad una compagnia di modificare unilateralmente una o più condizioni del contratto: a te resta solo la possibilità di cambiare operatore (esercitando il diritto di recesso, che non prevede costi aggiuntivi entro massimo 30 giorni dalla comunicazione delle modifiche da parte della compagnia) o cambiare offerta, mentre la compagnia al massimo rischia un po’ di cattiva pubblicità. Adesso, però, una proposta di legge mira a modificare questa situazione di fatto. È stata presentata da due senatori del Movimento 5 Stelle, Mauro Coltorti e Gabriele Lanzi, e come riporta Bufale.net potrebbe effettivamente mettere un freno agli aumenti incontrollati delle tariffe telefoniche.

Come funziona la proposta di legge per fermare le rimodulazioni tariffarie

Se la proposta diventa legge, ad esempio, le compagnie telefoniche non potranno “modificare le condizioni giuridiche ed economiche dell’offerta prima che siano trascorsi sei mesi dalla stipula del contratto di fornitura”. Stop anche alle modifiche unilaterali del contratto e obbligo per le compagnie di dare maggiore pubblicità ai cosiddetti “costi nascosti”, cioè quegli aggravi economici per il cliente derivati da funzionalità che apparentemente sono incluse nel contratto. Ad esempio, la segreteria telefonica, la connettività LTE, le notifiche via SMS. Tutti costi dichiarati nel contratto, ma molto spesso annidati nelle note.

L’iter di questa proposta di legge di certo non sarà breve: nella migliore delle ipotesi ci vorranno diversi mesi, sempre che il testo venga approvato e senza modifiche. Nel frattempo, però, il problema degli aumenti delle tariffe telefoniche e delle rimodulazioni contrattuali svantaggiose per il cliente rimane: nelle prossime settimane, ad esempio, alcuni clienti TIM, Vodafone e Fastweb avranno a che fare con rincari che partono da 99 centesimi al mese e che possono arrivare fino a 10 euro al mese.