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SCIENZA

Lo strano ritrovamento su un'isola deserta (che non sono riusciti ancora a spiegare)

Un'isola disabitata e misteriosa è il luogo di un ritrovamento senza precedenti: hanno scoperto antichi reperti e non sanno perché siano lì.

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Dopo tre anni di ricerca, un team di archeologi ha rinvenuto due antiche monete d’argento rimaste nascoste su un altopiano a ridosso di una spiaggia di ghiaia e sabbia. Fin qui nulla di strano, vi direte. Se non fosse che il luogo del ritrovamento è Gotska Sandön, un’isola remota e disabitata situata nel Mar Baltico, tra la Svezia e l’Estonia. Ci si aspettava di tutto, ma non di certo che emergessero dei simili reperti: come è possibile che siano arrivati fin lì? Al momento la domanda resta senza una risposta.

Monete d’argento trovate su un’isola disabitata

Gotska Sandön è un luogo ricco di fascino, dal 1909 parco nazionale della contea svedese di Gotland. Le sue coste sono ricoperte da sabbia e ghiaia e scalfite incessantemente dalle forti correnti del Mar Baltico. Dal 2020 un team di archeologi si occupa di un progetto speciale voluto dall’Università di Södertörn e realizzato in collaborazione con il Campus Gotland e il Gotland Museum, volto a sondare i misteri dell’isola ormai disabitata da tempo.

Nel marzo 2023 è giunta inaspettata la notizia di uno strano ritrovamento: due monete d’argento di epoca romana, una risalente all’Imperatore Traiano, tra il 98 e il 117 d.C., e l’altra all’imperatore Antonino Pio, tra il 138 e il 161 d.C.

Si tratta di una scoperta entusiasmante che solleva diverse domande“, ha affermato Johan Rönnby, professore di Archeologia Marina all’Università di Södertörn. E di domande in effetti ce ne sono parecchie su quello che è a tutti gli effetti un sito enigmatico, con resti di focolari e camini e – ora ne abbiamo la conferma – di reperti risalenti all’Impero romano. Non che Gotland sia estranea a ritrovamenti del genere, ma nessuno avrebbe immaginato che riguardassero proprio l’isola disabitata più misteriosa della Svezia.

Il mistero dei Romani a Gotska Sandön

Come hanno fatto queste due piccole ma preziose monete a giungere fino a Gotska Sandön? È possibile che i Romani si siano spinti fin lì, a quasi 2.000 chilometri di distanza dalla Capitale dell’Impero? La cattiva notizia è che, al momento, gli archeologi non hanno una risposta a queste domande.

Quella buona è che da questo momento in poi il progetto dell’Università di Södertörn punterà l’attenzione sul recente ritrovamento, cercando di far luce sulle varie ipotesi. Almeno su quelle più plausibili, la prima delle quali fa riferimento alla circolazione dei cosiddetti denarii romani. Il professor Rönnby ipotizza che potrebbero essere stati portati a Gotska Sandön dai commercianti norvegesi che si rifugiavano sull’isola durante le tempeste in mare, proprio perché ancora in possesso di tali monete.

Essendo quell’area del Mar Baltico segnata da forti venti e correnti, è anche possibile che siano il risultato di naufragi, provenienti dunque dalle navi affondate a ridosso delle coste. E poi c’è lei, l’ipotesi che solletica più di altre: i Romani potrebbero aver intrapreso un viaggio nel Baltico oltre le rotte di cui attualmente abbiamo testimonianza. Potrebbero essersi spinti proprio fino a Gotska Sandön.

L’isola è disabitata da diverso tempo e, prima di svuotarsi del tutto, era principalmente luogo di naufragi, covo di pirati e ritrovo per i cacciatori di foche. Gli ultimi ad abitarla sono stati i guardiani del faro e proprio uno di essi – Hjalmar Söderlund – si dice che avesse trovato una moneta romana, senza esser però creduto.

Probabilmente Hjalmar Söderlund aveva anticipato questa eccezionale scoperta che non vede l’ora di essere approfondita, per svelare una volta e per tutte la reale storia della remota isola di Gotska Sandön.

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