Libero
SCIENZA

La triste e assurda storia del "bambino vampiro" trovato in un cimitero in Polonia

In un villaggio polacco, gli archeologi hanno trovato una necropoli contenente i resti di molte persone "dannate": tra esse, anche un bambino vampiro.

Pubblicato:

Tombe in un cimitero Fonte foto: 123RF

I vampiri esistono davvero? Dell’esistenza di queste mitologiche creature assetate di sangue si è sempre favoleggiato nel corso dei secoli, e fino a non molto tempo fa era credenza comune che alcune persone potessero tornare in vita dopo la morte proprio sotto forma di vampiro. Per questo in quasi tutte le culture passate sono presenti dei veri e propri rituali “magici” volti a eliminare questi pericolosi spiriti malvagi. È in questa scia che si inserisce l’ultimo ritrovamento avvenuto in Polonia: lo scheletro di un “bambino vampiro”.

Trovato lo scheletro di un “bambino vampiro”

Nei pressi del villaggio di Pien, in Polonia, gli archeologi hanno trovato i macabri resti di un bambino in quello che doveva essere un cimitero che – stando ai primi studi – avrebbe accolto le anime perdute della società. Il piccolo, che dovrebbe avere un’età compresa tra i 5 e i 7 anni, è vissuto nel XVII secolo: la peculiarità che ha attirato l’attenzione degli esperti è la sistemazione dello scheletro e la presenza di un dettaglio che non è passato inosservato. Siamo probabilmente di fronte a un “bambino vampiro”, ovvero un ragazzino ritenuto dagli abitanti del luogo una creatura pericolosa e succhiasangue.

Il bimbo è stato infatti sepolto a faccia in giù, in modo che mordesse la terra e non potesse più nuocere ai vivi. Inoltre, attorno al suo piede è stato ritrovato un lucchetto di forma triangolare, che avrebbe dovuto impedire il suo ritorno al mondo sotto forma di vampiro. “Il lucchetto simboleggia la chiusura di una fase della vita e ha lo scopo di proteggere dal ritorno del defunto, che probabilmente era temuto” – spiega l’archeologo Dariusz Polinski, dell’Università Nicolaus Copernicus – “Tali pratiche hanno origine in credenze popolari e talvolta sono descritte come anti-vampiriche”.

Il cimitero dei vampiri in Polonia

Nei pressi della sepoltura del piccolo “vampiro”, gli studiosi hanno trovato molti altri resti interessanti. In una fossa comune, sono riemerse delle ossa appartenenti a tre diversi bambini e un frammento di mascella macchiata di verde, probabilmente a causa di una moneta di rame posta all’interno della bocca del defunto – il motivo resta ancora ignoto. A poca distanza, invece, sono stati scoperti i resti di una donna incinta. Incredibilmente, è stato possibile analizzare le ossa del feto, che doveva essere attorno al 5° o 6° mese di gestazione.

“Ciò è sorprendente, perché le ossa dei bambini in questa epoca gestazionale sono scarsamente mineralizzate, quindi di solito non si conservano” – afferma la professoressa Magdalena Zagrodzka. In totale, il cimitero custodiva oltre 30 sepolture: secondo gli esperti, qui venivano tumulati coloro che erano temuti “non solo durante la vita, ma anche dopo la morte”. È sempre in questa necropoli che lo scorso anno era stato rinvenuto lo scheletro di un’altra donna “vampiro”, probabilmente dallo status sociale elevato (a giudicare dalle condizioni di sepoltura), ma tuttavia considerata un pericolo per i vivi.

La donna aveva infatti un lucchetto sull’alluce del piede sinistro per impedirle di tornare dal regno dei morti, ma anche una falce posizionata poco sopra il collo, con la lama perpendicolare a esso. L’obiettivo era quello di evitare che la defunta potesse alzarsi: qualora avesse tentato questo movimento, probabilmente si sarebbe ferita o tagliata il collo. Tra i metodi principali per far sì che i morti rimanessero tali, secondo Polinski, ci sarebbero proprio il posizionamento di un lucchetto ai piedi, la sistemazione del cadavere a faccia in giù o il taglio della testa. Talvolta il corpo veniva invece bruciato o le sue ossa frantumate con una pietra.

TAG: