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"Anch'io sto disattivando": l'ultima bufala su Facebook a pagamento

In migliaia hanno copiato e incollato l'ultima bufala su un fantomatico abbonamento a Facebook da bloccare, che in realtà neanche Meta vorrebbe

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Puntuale come era prevedibile, a pochi giorni dal lancio dei nuovi abbonamenti facoltativi a Facebook e Instagram è tornata la vecchia bufala del “Non autorizzo” e “Sto disattivando“. E’ passata appena una settimana da quando Meta ha annunciato, anche in Italia, la possibilità di pagare per avere più privacy sui suoi social e, come al solito, qualche burlone ha iniziato una enorme catena di Sant’Antonio riccamente condita di bufale e disinformazione. Indovinate un po’? Ci sono caduti in migliaia.

Anch’io sto disattivando…

Il post virale in questi giorni sembrerebbe in realtà una vecchia bufala di fabbricazione britannica, riadattata in fretta e furia per sfruttare l’occasione dei nuovi abbonamenti in Europa. Si cita, infatti, l’emittente Channel 4 News che trasmette nel Regno Unito. Questo il testo del post, errori grammaticali inclusi:

Anch’io sto disattivando! Così ora lo stanno facendo, appena annunciato su Channel 4 News. Facebook addebiterà a tutti gli utenti a partire da lunedì. Puoi fare un’opt-out facendo questo. Tieni il dito su questo messaggio e copialo. Non si può condividere. Non do il permesso a Facebook di addebitare 4,99 dollari al mese sul mio account, anche; tutte le mie foto sono di mia proprietà e NON di Facebook!!!

Un ringraziamento speciale a Larry per questo consiglio legale… e a Tim Barker per aver pubblicato queste informazioni: A causa del fatto che tutti stanno lentamente venendo dirottati, sì dirottati non hackerati, stanno dirottando i nostri account, ora ancora di più.

Giusto in caso di avviso: un avvocato ci ha consigliato di postare questo. La violazione della privacy può essere punita dalla legge. NOTA: Facebook Meta è ora un ente pubblico. Tutti i membri devono pubblicare una nota come questa. Se non pubblichi un comunicato almeno una volta, si capisce tecnicamente che stai consentendo l’uso delle tue foto, così come le informazioni contenute negli aggiornamenti di stato del tuo profilo.

DICHIARO CHE NON DO A FACEBOOK META IL MIO PERMESSO DI USARE NESSUNO DEI MIEI DATI O FOTO PERSONALI.

Segue l’invito al copia e incolla, con tanto di spiegazione su come farlo dall’app per smartphone.

Perché è una bufala

Questo messaggio è una bufala enorme, un post ricco di inesattezze e, per di più, di cose che non esistono perché non possono esistere. E l’utente dovrebbe accorgersene da solo.

Non si capisce come, ad esempio, Meta dovrebbe addebitarci sul conto 4,99 dollari al mese se il nostro conto neanche ce l’ha: da nessuna parte, durante l’iscrizione a Facebook, viene chiesto di inserire un IBAN o il numero di una carta di credito.

Il prezzo, tra l’altro, è anche sbagliato visto che in Europa l’abbonamento (che è facoltativo e non certo automatico) a Facebook e Instagram costa 12,99 euro al mese, se viene sottoscritto da smartphone, o 9,99 euro in caso di sottoscrizione da computer.

Ancor peggiore è la questione delle foto, degli stati e, in generale, della privacy: Facebook, secondo i termini d’uso del servizio, può fare tutto (o quasi) con le nostre foto, i video, i link che condividiamo e con tutte le altre informazioni che noi decidiamo di pubblicare sul social.

I termini d’uso della piattaforma hanno valore legale, un post copia e incolla no. Per questo non serve assolutamente a nulla scrivere “Non autorizzo“, visto che se siamo su Facebook abbiamo già autorizzato ben di più di quello che vorremmo bloccare condividendo una catena di Sant’Antonio.

Facebook a pagamento

Che adesso esista un abbonamento a Facebook (e Instagram, insieme) è effettivamente vero ed è una novità, ma la questione è molto diversa da come la si racconta nel post bufala che vi abbiamo appena descritto.

Al momento questo tipo di abbonamento è disponibile solo nei Paesi membri della UE, perché proprio in Unione Europea Meta è da anni sotto il fuoco incrociato delle Autorità Garanti della Privacy nazionali, di quella Irlandese (Meta ha la sede fiscale in Irlanda) e, da alcuni mesi, anche dei nuovi regolamenti europei DMA e DSA.

L’abbonamento a pagamento permette all’utente di continuare a usare Facebook e Instagram come sempre, ma senza alcun tracciamento per scopi pubblicitari (e quindi senza nessuno spot o banner). In teoria lo scambio è molto semplice: se Meta non può guadagnare dalle pubblicità, allora noi dobbiamo pagare per il servizio.

In realtà, però, le cose non stanno esattamente così: Meta sa bene che ad abbonarsi saranno pochissimi e, a dirla tutta, Meta non vuole che ci abboniamo e lo ha detto chiaramente.

Nell’annunciare i nuovi abbonamenti, infatti, Meta ha dichiarato ufficialmente di essere da sempre a favore di “un Internet basato sulla pubblicità, che offra alle persone l’accesso a prodotti e servizi personalizzati indipendentemente dal loro status economico“.

La mossa di Meta di proporre un abbonamento a pagamento, che nemmeno l’azienda vuole, sembra dunque solo un modo per prender tempo e avere una base per negoziare con le autorità europee. Altro che “non autorizzo“…