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Esercitazioni di emergenza Nasa: Perché gli astronauti si stanno preparando al peggio

La NASA sta mettendo alla prova la sicurezza della missione Artemis II, preparando i propri astronauti al peggio: in cosa consiste la missione e cos'è il "ritorno libero"

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La NASA ha da tempo annunciato le proprie intenzioni per quanto concerne la Luna. La missione Artemis II è la prima con equipaggio nel percorso che condurrà a una presenza a lungo termine sul satellite. Si può erroneamente pensare che ormai raggiungere la Luna sia una sorta di gioco da ragazzi per l’umanità, ma non è così. Si stanno infatti sperimentando dei nuovi sistemi per questo volo di 10 giorni. Sarà molto utile per mettere alla prova, in generale, le capacità della NASA per l’esplorazione dello spazio profondo. Per la prima volta, ad esempio sia il razzo SLS che la navicella Orion avranno a bordo degli astronauti. Tutto ciò, però, genera perplessità su possibili situazioni rischiose. Al fine di non trovarsi impreparati dinanzi a eventualità drammatiche, ecco cosa sta facendo il gruppo pronto a partire.

NASA, prepararsi al peggio

La missione Artemis II non avrà inizio prima di novembre 2024. Come detto, durerà un totale di dieci giorni, con a bordo del razzo SLS e della navicella Orion quattro astronauti: Reid Wiseman (Comandante), Victor Glover (Pilota), Christina Koch (Mission Specialist), Jeremy Hansen (Mission Specialist).

Considerando come la Orion non abbia mai ospitato un equipaggio, i quattro astronauti si stanno esercitando in procedure d’uscita in sicurezza. La NASA sta inscenando delle situazioni d’emergenza durante l’addestramento, che si svolge presso il Johnson Space Center a Houston.

Nel corso della procedura, sono state passate al vaglio differenti manovre. Una di queste è l’uscita dai portelli laterali e superiori della navicella. In questo modo si garantisce che l’equipaggio sia pronto a fronteggiare potenziali scenari di emergenza. Non sulla Luna, bensì al ritorno sulla Terra, quando ci sarà l’ammaraggio nell’Oceano Pacifico, che potrebbe comportare situazioni di criticità.

È troppo importante questa missione per consentire a qualcosa di andare per il verso sbagliato. Si tratta di un passo cruciale per la scoperta scientifica, dando il via a un’esplorazione a lungo termine, che riporterà gli esseri umani sulla Luna.

Artemis II e III

Artemis II potrebbe essere definito un viaggio test verso la Luna, con 7.400 km da percorrere e un viaggio di ritorno che durerà quattro giorni. Si lavora a una traiettoria a basso consumo di carburante, sfruttando il campo gravitazionale Terra-Luna.

L’idea della NASA è quello di assicurare che, dopo il viaggio sul lato estremo del satellite, Orion possa essere tirato indietro in maniera naturale dalla gravità terrestre, per un “ritorno libero”. Ecco un altro cruciale motivo per il quale si stanno verificando con estrema attenzione gli scenari negativi potenziali.

A partire da Artemis III, le missioni volgeranno lo sguardo sulla definizione delle capacità di superficie e la costruzione del Gateway in orbita, intorno alla Luna. Si guarda ad Artemis II come a una prova cruciale per dimostrare le capacità di cui l’agenzia spaziale ha bisogno per consentire alla prima donna di mettere piede sulla Luna, così come al prossimo uomo di esplorare il satellite terrestre. Si mira, inoltre, a un futuro prossimo composto da “missioni sostenibili”. Saremo impegnati in questo scenario per decenni e, al tempo stesso, si sfrutterà tutto ciò per prepararci al prossimo grande salto verso Marte.