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Internet veloce anche senza copertura: Open Fiber userà anche i satelliti

Dove non arriva l'ADSL, dove non arriva la fibra e dove non arriva neanche il Wi-Fi c'è una sola speranza per avere Internet veloce: guardare in cielo.

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internet satellitare open fiber Fonte foto: WK Stock Photo - stock.adobe.com

Per garantire la connettività a banda larga anche in quei luoghi più isolati della nazione, Open Fiber utilizzerà i satelliti. È stato infatti siglato l’accordo tra l’operatore e Telespazio, in modo da poter garantire a tutti gli utilizzatori una connessione stabile e super rapida, proprio come quella per via terrestre.

La partnership tra Open Fiber e Telespazio consente in questo modo di espandere le aree di copertura della connessione a banda larga, andando ad abbracciare in maniera capillare il territorio italiano fino ai luoghi maggiormente remoti della nostra Penisola, il tutto tramite l’impiego della tecnologia spaziale. In questo modo, l’operatore wholesale contribuirà a mettere un altro tassello al grande mosaico della digitalizzazione tricolore, contrapposta al digital divide che ancora spacca l’Italia. A oggi, infatti, ancora si contano località non raggiunte dagli operatori che forniscono un accesso a internet.

L’accordo Open Fiber-Telespazio

Come confermato da Open Fiber, a fornire i servizi a banda larga saranno i satelliti di Telespazio, denominati HTS – High Throughput Satellite. Questi consentono di offrire velocità in upload e in download sovrapponibili a quelle terrestri. Di conseguenza, chiunque si collegherà alla rete attraverso questa tipologia di connessione, potrà sfruttarla esattamente come il suo corrispettivo in uso in altre regioni della nazione.

Quindi non sarà più un problema non solo navigare in rete, ma anche sfruttare servizi come le piattaforme di streaming, caricare e scaricare file anche di grandi dimensioni – si pensi soprattutto allo smart working, il quale spesso chiede di andare oltre gli standard della routine quotidiana – o partecipare a conferenze in video (come quelle della Didattica a distanza), senza problemi di lentezza o impossibilità di ascoltare un discorso intero senza interruzioni o rallentamenti di sorta.

Ciò vale anche per le aree “bianchissime”, ovvero senza alcuna copertura né da parte della rete fissa che di quella mobile a cui Open Fiber mira in maniera particolare. Circa 200 comuni, particolarmente difficili da raggiungere o completamente isolati dal punto di vista della connettività internet, potrebbero dunque poter beneficiare in futuro della connessione ultraveloce satellitare, sebbene per ora la soluzione adottata sembra orientata all’utilizzo della tecnologia FWA, ovvero Fixed Wireless Access.

Open Fiber e Telespazio, cosa prevede l’accordo

Al centro dell’accordo vi è l’acquisto del servizio di accesso alla rete Internet STTH, ovvero Satellite To The Home, da parte di Open Fiber nei confronti di Telespazio. Ai satelliti HTS (High Throughput Satellite) utilizzati per il servizio, poi, si potrebbero aggiungere anche quelli VHTS, Very High Throughput Satellite. Si tratta di strumenti in grado di fornire risultati ancora più performanti rispetto ai primi con capacità in grado di arrivare a 500 Gbps.

Tecnicamente parlando, sarà il link satellitare a trasportare il segnale dal satellite all’antenna installata a casa del cliente finale. L’impianto sarà di dimensioni ridotte, adattandosi così con l’ambiente circostante e senza dover richiedere particolari esigenze in fase di installazione.

Open Fiber, così si amplia l’offerta

Come ricordato da Elisabetta Ripa, Amministratore Delegato di Open Fiber, la scelta della collaborazione con Telespazio va a completare l’offerta dell’operatore wholesale, andando ad agire su quell’area rimasta finora scoperta. «Questa soluzione tecnologica ci consente di portare la nostra rete ovunque: grazie all’accordo già operativo con Telespazio, allarghiamo il ventaglio della nostra offerta anche nei luoghi più inaccessibili del Paese, in aggiunta ai piani di copertura in fibra FTTH e in FWA. L’STTH, la connessione satellitare, non sarà sostitutiva di queste tecnologie, bensì un’opportunità alternativa per cablare luoghi che altrimenti resterebbero privi di connettività».