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Cos'è Open Fiber e come funziona

La rete a banda ultra larga di Open Fiber sta arrivando anche in Italia: ecco cos'è e come funziona la nuova infrastruttura

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fibra ottica Fonte foto: Adobe Stock

Con Open Fiber la rete a banda ultra larga è in arrivo in Italia. Missione principale è quella di realizzare un’intera infrastruttura in fibra ottica, dalla cabina di trasmissione fino all’abitazione del cliente finale, sull’intero territorio nazionale in modo da superare il digital divide e garantire all’intera popolazione di utilizzare una connessione veloce, fino a 1 gigabyte al secondo.

Il futuro della connessione è su banda ultra larga indipendentemente dall’area in cui ci si trova, dalle grandi città fino ai borghi più piccoli, garantendo a tutti la possibilità di sfruttare al massimo le potenzialità della tecnologia FTTH. Nata nel dicembre 2015 e mutata nel corso degli anni fino a diventare la realtà attuale nel primo trimestre del 2017, Open Fiber persegue gli obiettivi dell’Agenda Digitale Europea, dalla Strategia Italiana per la banda ultra larga e dalla Gigabit Society. Alla base, dunque, vi è un piano comune per l’individuazione dei livelli minimi di connettività di tutti i Paesi che confluiscono nella Comunità Europea, dalle istituzioni alle aziende, fino ai cittadini.

Che cos’è Open Fiber

Open Fiber, progetto tecnologico realizzato da Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) e Gruppo Enel, è un operatore che fornisce fibra ottica “wholesale only”. Cosa significa? A differenza di altri operatori commerciali, non prevede dei piani dedicati direttamente agli utenti finali ma si occupa, invece, di affittare la propria infrastruttura agli operatori sul territorio per la distribuzione.

Il compito principale di Open Fiber è, dunque, quello di creare l’infrastruttura della rete in fibra ottica, dagli scavi alla posa, o utilizzare le infrastrutture già disponibili laddove ciò è possibile. Il tutto viene reso più veloce ed efficace grazie alla possibilità di sfruttare le aree e gli scavi effettuati in precedenza per il passaggio dei cavi dell’energia elettrica, grazie alla presenza di Enel all’interno del progetto.

Attualmente, Open Fiber ha in cantiere la possibilità di coprire attraverso la fibra ottica oltre 270 città e 7mila comuni sull’intero territorio italiano, il tutto entro il 2023. Una volta disponibile, sarà poi compito degli operatori affittare la rete e proporre ai propri clienti i piani di connessione e le tariffe per usufruire della navigazione sfruttando la rete FTTH a 1000 Mega.

Open Fiber, cosa significano le sigle FTTC e FTTH

Quando si parla di Open Fiber sono due le sigle che si sentono nominare più spesso: FTTC e FTTH, cosa significano nello specifico? Innanzitutto, è giusto precisare come i due acronimi vadano a identificare altrettante tipologie di tecnologie, Fiber To The Cabinet e Fiber To The Home.

Nello specifico, FTTC indica una connessione che prevede la presenza di un cavo in fibra ottica che collega la centrale di trasmissione all’armadio stradale, chiamato anche cabinato. La seconda parte del collegamento, cioè il tratto che connette l’armadio a casa, è realizzato in rame. Nonostante possa raggiungere velocità di 100/200 Mbps, questa tecnologia risente di alcune particolari condizioni, come la distanza dal cabinato, gli sbalzi di temperatura o le condizioni atmosferiche; si tratta dunque di una rete limitata, non in grado di garantire le prestazioni ottimali di una connessione completamente in fibra ottica. Per identificarla, l’AGCOM ha scelto di rappresentarla con un bollino giallo riportante il marchio FR, cioè fibra/rame.

A poter garantire una connessione più stabile e prestazioni più performanti è invece la rete FTTH, ovvero la connessione in fibra ottica dalla centrale di trasmissione fino a casa; un gradino indietro è invece quella denominata FTTB, cioè Fiber To The Building e che identifica un unico collegamento in fibra ottica da centrale alla centralina condominiale e un ultimo tratto in rame fino all’appartamento singolo. L’impiego di fibra ottica sull’intero tragitto garantisce una velocità massima di 1 Gbps, con minime dispersioni, e un minore impatto ambientale grazie alla resistenza dell’intero fascio di filamenti che compongono i cavi. In questo caso, l’AGCOM ha scelto un bollino verde, con la sigla F di fibra.