NFC, la tecnologia wireless che permette di pagare con lo smartphone
NFC - acronimo di Near Field Communication (comunicazione in prossimità) - è una tecnologia che fornisce connettività wireless bidirezionale a corto raggio fino a un massimo di 10 cm

La tecnologia NFC - sviluppata da Philips, LG, Sony, Samsung e Nokia - è un sistema rapido e sicuro per lo scambio di dati tra due dispositivi quando si trovano a distanza ravvicinata. Ed è una funzione ormai presente su praticamente tutti gli smartphone di ultima generazione. Anche sui device Apple, ma solo per l'uso del suo Apple Pay. L’NFC è un'evoluzione della tecnologia Radio Frequency Identification (RFID, identificazione a radio frequenza) che, a differenza di quest’ultima, consente una comunicazione bidirezionale e non più monodirezionale. La tecnologia NFC, quindi, abilita una trasmissione wireless peer-to-peer per lo scambio di informazioni tra due device la cui distanza non superi un raggio di circa 10 centimetri. L'innovazione di questa tecnologia sta, innanzitutto, nel fatto di essere veloce perché non richiede operazioni preliminari come, per esempio, l'inserimento di password per lo scambio dei dati, mentre la sicurezza è garantita dalla vicinanza

Fin qui qualche accenno su come funziona in linea generale la tecnologia NFC. Ma entriamo, però, più nel dettaglio. La tecnologia, teoricamente, può essere utilizzata in diversi contesti che, al momento possiamo raggruppare in tre aree principali: la condivisione e scambio di file e informazioni tra due o più dispositivi, effettuare micropagamenti, entrate nei musei, hotel, stadi, concerti e altri eventi pubblici.

Tutti, o molti, conoscono già il termine peer-to-peer, meglio conosciuto come P2P, che fino a ieri era unicamente associato allo scambio e condivisione di file... magari sul filo della legalità. Ecco, la tecnologia NFC crea una rete, per così dire, di file-sharing più in piccolo, che consente di scambiare via wireless file e informazione tra due dispositivi abilitati. Un esempio? La funzione Android Beam che permette di scambiare facilmente foto, video, pagine web, indirizzi, contatti e molto altro ancora avvicinando - in genere dorso a dorso - due smartphone dotati di tecnologia NFC, oppure aggiunta tramite l'inserimento di una speciale scheda all'interno dell'alloggiamento in genere dedicato alle schede microSD.

La possibilità di pagare sfruttando la tecnologia NFC è sicuramente una delle funzioni più interessanti. Conquistare la fiducia dei consumatori è, forse, l'ostacolo più difficile, ma col tempo "attecchirà" anche in Italia. Qualcosa si sta già muovendo da parte dei grandi player della telefonia sia di grandi istituti bancari che, in alcuni casi, hanno già sviluppato soluzioni di pagamento tramite cellulare: basta sfiorare un terminale POS abilitato con lo smartphone e il conto è saldato. Sistemi come Android Pay o Apple Pay sono ormai una realtà in alcuni paesi, ma non ancora in Italia. Da noi stanno iniziando a muovere i primi passi in questa direzione Vodafone e Telecom. La possibilità di pagare tramite smartphone NFC apre una moltitudine di scenari come, per esempio, pagare il biglietto dell'autobus (a Milano è già possibile) o del parcheggio, del cinema o del teatro senza contanti o varie carte di credito o ricaricabili.

Finora abbiamo parlato delle possibilità che già offre la tecnologia NFC a bordo degli smartphone di ultima generazione e degli scenari che si prospettano per prossimo futuro. C'è un altro componente, però, che ricopre un ruolo importante in questa "rivoluzione, e sono proprio i tag NFC. Si tratta dei piccoli chip, solitamente posti su degli sticker adesivi o su apposite schede - solitamente di forma circolare - su cui è possibile scrivere dati e informazioni che lo smartphone è in grado di leggere, oppure programmarli - o comprarli già programmati - per far eseguire ai cellulari specifiche azioni. Basta solo appoggiare lo smartphone sul tag per attivalo. Qualche esempio è, sicuramente, più efficace di mille parole. Cosa permettono di fare i tag NFC in collaborazione con uno smartphone abilitato? Aprire la porta di un albergo, o di casa. Verificarne l’autenticità di un prodotto, come una bottiglia di vino. Ricevere informazioni sull’opera d'arte che si sta ammirando in un museo. Raccogliere le timbrature di inizio e fine attività per gli addetti di un'azienda in generale. Avvicinare lo smartphone al menu di un ristorante per ottenere ulteriori dettagli sui piatti, ingredienti e valori nutrizionali. O, quando si è a casa: attiva il Wi-Fi con una semplice "strisciata" sul tag, disattivare la suoneria e impostare la sveglia quando si va a dormire, lanciare l’applicazione del telecomando, o della guida tv, quando ci si spaparanza sul divano, o avviare il navigatore satellitare quando ci si mette al volante dell'auto. Sono solo esempi, ma riuscite a immaginare le innumerevoli possibilità che ci prospetta il futuro, neanche tanto lontano?