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DVB-T2: chi deve cambiare TV e chi no

C'è molto panico dopo i test RAI sul nuovo standard di trasmissione, ma sapere se la TV è compatibile è molto più facile di quanto si pensi: basta il telecomando

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Da quando si è diffusa la notizia dei nuovi test della RAI di stanotte, in preparazione del passaggio dell’intero MUX B al nuovo standard DVB-T2 il 28 agosto, tra gli utenti del servizio pubblico si è sparso nuovamente il panico: il timore di molti, infatti, è quello di essere costretti a cambiare TV un’altra volta.

In molti, infatti, hanno cambiato televisore recentemente perché l’arrivo del DVB-T2, negli ultimi anni, è stato annunciato più e più volte anche se, alla fine, è sempre stato rinviato. Ora si parla di un intero gruppo di canali RAI che passeranno al nuovo standard e chi non è molto addentro alle questioni tecniche torna a sudare freddo.

Chi ha cambiato TV è già al sicuro

Partiamo da una rassicurazione: chi ha cambiato TV da pochi anni è quasi certamente in una botte di ferro, perché per legge tutte le Smart TV, e persino le TV non smart, vendute a partire dall’1 gennaio 2017 devono essere compatibili con il DVB-T2

E’ senza dubbio possibile che qualche rivenditore abbia fatto il furbo e, anche nel 2017, abbia venduto qualche scarto di magazzino non compatibile con il nuovo standard ma, di sicuro, stiamo parlando di eccezioni e non della regola.

Chi ha comprato una TV più di recente, poi, dovrebbe essere sicuro al 100% di non avere problemi: ci sentiamo di rassicurare tutti coloro che hanno comprato l’apparecchio dal 2018 in poi, perché è veramente difficile che si tratti di un televisore non compatibile col DVB-T2.

La questione delle vecchie TV

Differente, invece, è il caso delle TV vendute prima dell’obbligo di legge del 2017: in quel caso non è affatto detto che siano compatibili con il DVB-T2. Probabilmente i modelli di gamma alta lo saranno, almeno alcuni, mentre quelli di fascia bassa quasi certamente no.

E più andiamo indietro nel tempo, più è probabile che la TV non sia compatibile con il Digitale Terrestre di seconda generazione.

Secondo il report Auditel-Censis dell’anno scorso di TV non compatibili in Italia ce ne sono ancora oltre 14 milioni. Nella maggior parte dei casi si tratta di TV posizionate in stanze secondarie, come la cucina o la stanzetta dei bambini, ma in ogni caso non funzioneranno quando avverrà lo switch off definitivo.

Ciò non vuol dire, però, che saranno tutte da buttare: si potranno usare quasi tutte collegando un decoder esterno per il DVB-T2. L’unico requisito tecnico essenziale sarà che la TV dovrà essere almeno HD (nemmeno Full HD), perché poi tutta la parte della decodifica del segnale sarà fatta dal decoder.

Come sapere se la TV è OK per il DVB-T2

Con il Digitale Terrestre di seconda generazione tutti i canali saranno trasmessi con il codec HEVC (High Efficiency Video Coding), che è molto più efficiente dell’attuale MPEG4 e permette di trasmettere più canali nello stesso spazio radio.

Per sapere se la TV è pronta per il DVB-T2, quindi, basta informarsi sulla sua compatibilità con il codec HEVC. Per farlo è possibile cercare questo dato nella sua scheda tecnica, perché se un modello è compatibile con HEVC il produttore certamente lo ha dichiarato.

In alternativa, anche senza manuali e schede tecniche, è possibile fare un test che ci da una certezza quasi al 100% della compatibilità o incompatibilità del televisore (o del decoder collegato al televisore) con il DVB-T2.

Da giugno 2023, infatti, la RAI ha iniziato a trasmettere il canale RAI Sport HD (558) con il codec HEVC. Ciò vuol dire che questo canale, pur essendo trasmesso in DVB-T di prima generazione, usa già il codec che in futuro sarà obbligatorio.

Quindi se oggi la TV riesce a visualizzare correttamente il canale 558, allora è molto probabile (quasi certo, a dire il vero) che sarà compatibile con tutto lo standard DVB-T2 e che ci permetterà di visualizzare tutti i canali.

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