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Huawei, guai senza fine: a rischio i processori degli smartphone

Secondo un report della BBC, anche l'azienda ARM che fornisce l'hardware a Huawei per produrre i processori è stata costretta a interrompere i rapporti

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huawei Fonte foto: Alexander Tolstykh / Shutterstock.com

Si allunga la lista delle aziende che per rispettare le direttive del Governo degli Stati Uniti stanno interrompendo qualsiasi accordo commerciale con Huawei. A Google, Intel, Broadcom e Qualcomm si aggiunge anche ARM, azienda inglese di proprietà di Softbank (giapponese) che fornisce hardware a Huawei per la produzione dei processori Kirin, presenti praticamente su qualsiasi dispositivo realizzato dall’azienda cinese.

A lanciare la notizia è stata la BBC che ha pubblicato un report molto dettagliato, dopo aver visionato dei documenti interni di ARM datati 18 maggio 2019. Nei documenti la dirigenza invitava i propri dipendenti a sospendere qualsiasi relazione commerciale e rapporto con i rappresentanti di Huawei, HiSilicon e qualsiasi altra azienda che fa capo al colosso cinese. Per Huawei non è una bella notizia: ARM è uno dei principali fornitori di hardware la produzione del processore Kirin, presente in qualsiasi dispositivo cinese (smartphone, tablet e wearable).

Cosa cambia per Huawei

La sospensione degli accordi in essere con ARM, complica le faccende in casa Huawei. Se i servizi di Google offerti da Google possono essere sostituiti in poco tempo (Huawei sta già sviluppando un sistema operativo alternativo e sta cercando di chiudere un accordo commerciale con uno store online di applicazioni), non è così semplice trovare una valida alternativa alla tecnologia offerta da ARM.

La decisione di ARM è importante anche per un altro punto: l’azienda non è statunitense (creata nel Regno Unito, è stata acquistata dalla giapponese Softbank) e non aveva nessun obbligo di sottostare al ban Huawei deciso dal Governo degli Stati Uniti. Secondo la BBC la spiegazione potrebbe risiedere nel fatto che i processori ARM utilizzino tecnologia sviluppata sul suolo statunitense.

La dichiarazione ufficiale di ARM e la risposta di Huawei

Dopo l’anticipazione pubblicata dalla BBC, ARM ha rilasciato una dichiarazione ufficiale per fare chiarezza sul tema: “ARM sta rispettando le recenti restrizioni stabilite dal Governo degli Stati Uniti e si sta confrontando con le idonee agenzie governative per garantire che continueremo a rispettarle. ARM valuta il suo rapporto di lunga data con il partner HiSilicon e siamo fiduciosi di giungere ad una rapida soluzione al riguardo.”

Nelle stesse ore è arrivata anche la risposta di Huawei che ancora una volta sottolinea le ingerenze del mondo politico sugli accordi commerciali già in essere: “Apprezziamo le nostre strette relazioni con i nostri partner, ma riconosciamo la pressione che stanno subendo alcuni di questi come risultato di decisioni di stampo politico. Siamo fiduciosi che questa deplorevole situazione possa essere risolta e la nostra priorità resta continuare a fornire le migliori tecnologie e prodotti ai nostri clienti in tutto il mondo.

Vedremo come si evolverà la situazione nelle prossime settimane e quali saranno le contromisure decise da Huawei.