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Incentivi TV e decoder per il nuovo digitale terrestre: a chi spettano

Entro il 2022 ci sarà in tutta Italia il passaggio al digitale terrestre DVB-T2 e per favorire l'acquisto dei nuovi decoder il MISE ha stanziato degli incentivi

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Smart TV Fonte foto: Shutterstock

Arriveranno tra pochi mesi, dal 15 novembre 2019, e dureranno fino alla fine del 2022 gli incentivi statali all’acquisto dei decoder e delle Smart TV compatibili con lo standard di trasmissione DVB-T2, cioè la seconda generazione del digitale terrestre.

Il nuovo digitale terrestre verrà “acceso” in tutta Italia il 1 luglio 2022 (ma in alcune regioni lo switch avverrà prima) e, a quella data, tutte le televisioni dovranno essere compatibili. Per questo il Ministero dello Sviluppo Economico ha messo in piedi un sistema di incentivi con una dotazione economica pari a 151 milioni di euro. L’incentivo verrà erogato solo a determinate fasce di reddito e su base familiare e non per singolo apparecchio acquistato. Non si tratta di una gran quantità di fondi, ma va anche detto che alla fine ad averne bisogno non saranno in molti perché questi incentivi serviranno a togliere dalle nostre case solo i televisori e i decoder più vecchi.

Incentivi DVB-T2: a chi spettano e a quanto ammontano

L’ammontare dell’incentivo è di 50 euro, da considerarsi per nucleo familiare. Chi ha in casa più televisori, quindi, avrà diritto all’incentivo solo per cambiarne uno. La somma verrà erogata sotto forma di sconto all’acquisto dell’apparecchio (Smart TV o decoder, anche TivùSat): in pratica l’utente pagherà 50 euro in meno, il venditore riceverà poi 50 euro di rimborso dal Ministero. E’ previsto il principio di “neutralità tecnologica“: qualunque apparecchiatura idonea a decodificare il segnale DVB-T2 HEVC potrà essere venduta con lo sconto ministeriale. Se il prezzo dell’apparecchiatura è inferiore ai 50 euro, allora lo sconto potrà coprire tutto il costo. Potranno accedere all’incentivo solo i cittadini con reddito ISEE di fascia I e II (cioè fino a 21.265,87 euro).

Digitale terrestre DVB-T2: cosa cambia

A partire dal 2017, tutti gli apparecchi messi in vendita sono già compatibili con il segnale DBV-T2, perché questo standard è del 2006 e il passaggio alla nuova generazione era previsto già da tempo. La principale differenza tra il vecchio e il nuovo digitale terrestre sta nelle tecnologie di sfruttamento della banda disponibile: con il DVB-T2, infatti, sulla stessa banda di frequenza si possono trasmettere più dati e, quindi, più canali a parità di qualità finale. Oppure trasmettere gli stessi canali con un affollamento inferiore di frequenze trasmesse nell’etere. Cosa effettivamente successa in Italia, per permettere l’arrivo di una nuova tecnologia: il 5G.

Digitale terrestre e 5G

Passando dal vecchio al nuovo digitale terrestre senza aumentare i canali televisivi disponibili all’utente finale, è stato possibile “impacchettare” i canali oggi esistenti in una quantità di frequenze minori. Ciò ha permesso di liberare, tra le altre, anche la famigerata “banda 700“, cioè le frequenze comprese tra i 694 e i 790 MHz. Si tratta di una banda molto pregiata e che è stata venduta all’asta per le trasmissioni dati in 5G. Il segnale che viaggia su questa frequenza, infatti, può attraversare agevolmente muri e soffitti. Alla luce del fatto che la TV del futuro sarà trasmessa sempre più via Internet e fruita sempre più in mobilità, questa scelta tecnica è stata ritenuta strategica.