L'ex CEO di Google critica il Metaverso: cosa ha detto
Il Metaverso di Zuckerberg non ha convinto l'ex CEO di Google Eric Schmidt, che non ha nascosto le sue perplessità in un'intervista al New York Times
Meno di una settimana fa Mark Zuckerberg, fondatore e CEO di Facebook, ha comunicato in un sol colpo due svolte epocali per la big company della quale si trova al timone: la società madre dei vari social come Instagram o Messenger non si chiamerà più Facebook (il nome del social blu non subirà variazioni) ma Meta, e ha annunciato il mondo il progetto Metaverso.
Meta sarà quindi la società alla base di Facebook e compagnia e pure del Metaverso, che ne ha ispirato il nome. Il progetto, che ha un orizzonte temporale abbastanza ampio, consiste in uno spazio virtuale generato da computer e server occupato da ricostruzioni tridimensionali computerizzate degli utenti che vi partecipano, i cosiddetti avatar. Zuckerberg immagina quindi il Metaverso come un’enorme stanza virtuale in cui, chi lo vorrà, potrà interagire con degli altri avatar dietro i quali si celano persone reali, esistenti, a loro volta entrate nel Metaverso. Un sistema che tornerà utile sia per svago che per lavoro, in una sorta di Second Life che da videogioco finisce per essere una realtà virtuale e nel quale sta per entrare anche Microsoft.
Chi deciderà le regole del Metaverso?
L’idea del Metaverso di Zuckerberg non ha convinto l’ex CEO di Google, Eric Schmidt, che ha guidato il gigante delle ricerche dal 2001 al 2011. Schmidt ha parlato con cognizione di causa: è uno dei co-autori di The Age of AI, L’era dell’intelligenza artificiale in italiano, un libro in cui tratta opportunità, conseguenze e pericoli di un mondo basato sull’intelligenza delle macchine.
Nel corso di un’intervista al New York Times, Schmidt ha ammesso le sue perplessità. “Se l’IA è amica o nemica? Preferisco pensare che il rapporto con l’uomo sia di amicizia”, lasciando intendere senza troppi filtri che si tratta di un’arma a doppio taglio che l’umanità dovrà adoperare ed evolvere con grande coscienza.
Sul tema del Metaverso l’ex CEO di Google è stato persino più duro e schietto: “Tutte le persone che parlano del Metaverso si riferiscono ad un mondo che è più gratificante di quello attuale: sei più ricco, più affascinante, più bello, più potente e persino più veloce – ha detto Schmidt al prestigioso giornale americano – Quindi, tra qualche anno, io credo che le persone sceglieranno di passare più tempo con un visore in testa che nel mondo reale“.
Infine, l’ex CEO di Google si chiede: “Chi sceglierà le regole di questo nuovo mondo? In questo modo il mondo tenderà ad essere più digitale che fisico, e io non penso che si tratti necessariamente di un’innovazione positiva per l’umanità”.
Lo scetticismo diffuso verso il Metaverso
Schmidt non è il solo ad avere accolto con scetticismo la novità annunciata da Zuckerberg così come la direzione imboccata dall’evoluzione tecnologica. In precedenza si era espresso il numero uno di Tesla Elon Musk, dicendo che non nutre troppa fiducia nella sicurezza e nella trasparenza che può garantire l’intelligenza artificiale.
Ma, più in generale, un po’ tutti gli intellettuali del globo si stanno interrogando sulle infinite possibilità del metaverso, così come sui suoi rischi.