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SCIENZA

Un altro tesoro è emerso a Pompei: la scoperta

Pompei rivela ancora una volta delle incredibili sorprese: in base ai recenti ritrovamenti gli archeologi hanno scoperto che in una dimora erano in corso dei lavori di ristrutturazione

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Ci sono luoghi che dopo anni, secoli, rimangono pieni di mistero ed enigmi. È il caso del Parco Archeologico di Pompei, che riesce a essere al contempo un museo a cielo aperto e un cantiere in perenne movimento, proprio per via del fatto che se da una parte moltissime cose sono state scoperte, altre giacciono ancora in profondità.

A dimostrarlo è una recentissimo ritrovamento: gli archeologi, portando avanti degli scavi, hanno ritrovato dei reperti che dimostrano quando, ai tempi dell’eruzione, la vita fosse ancora in fervente movimento, oltre che ricca e carica di speranze. Una scoperta agrodolce, ma che ci può dire moltissimo sugli usi e i costumi dei tempi.

La nuova scoperta a Pompei

Ad annunciare la nuova scoperta è stato proprio il Parco di Pompei, che tramite i suoi social e il sito ufficiale ha annunciato che un team di archeologi ha riportato alla luce degli ambienti abitativi. La dimora riscoperta nella Regio IX mostra attività di ristrutturazione: sono infatti presenti cumuli di calce e cocciopesto, usate proprio per rimettere a nuovo le aree della casa.

Non solo: al suo interno sono state trovate anfore con calce spenta pronta da utilizzare per le nuove murature e i nuovi rivestimenti, cumuli di macerie che dimostrano che le stanze erano già state modificate e blocchetti di tufo giallo pronti a essere usati.

Pompei ai tempi dell’eruzione

Ebbene sì, dunque. Si tratta dell’ennesima scoperta che fa capire come l’eruzione del Vesuvio accaduta nel 79 d.c. abbia colpito duramente l’insediamento. Già negli scorsi mesi e anni sono stati tanti i ritrovamenti che hanno portato alla luce storie drammatiche o che hanno sottolineato quanto Pompei fosse vivace e attiva, tra piccoli tesori e stanze nascoste.

Potrebbe però far fare confusione con le dinamiche dell’eruzione: infatti, ancora oggi in molti sono convinti che sia stato un evento improvviso, avvenuto di notte in un lasso abbastanza breve.  In realtà, l’intero evento drammatico si è svolto in due tempi: la prima, proprio quella che ha distrutto e seppellito Pompei, è durata 20 ore, mentre la seconda è avvenuta dopo circa 12 ore e, per via dei venti, condannò Ercolano e i paesi che si trovavano a nord-ovest del Vesuvio.

Ciò ha dato a parte delle persone, in realtà, la possibilità di fuggire. Poche, sicuramente, dato che moltissimi resti umani sono stati rinvenuti e che oggi, passeggiando per il parco, possiamo vedere delle suggestive riproduzioni.

Cosa sono davvero i corpi di Pompei?

E, dato che ne stiamo parlando, sì: i corpi di Pompei non sono quello che tutti pensano. Al loro interno non ci sono, dunque, delle persone che sono rimaste “cristallizzate” per sempre dentro la lava che li ha colti di sorpresa. Se infatti tornassimo indietro nel tempo a poco dopo l’eruzione, ci accorgeremmo che i corpi non c’erano affatto.

I corpi, in realtà, sono calchi. Per la precisione sono calchi in gesso realizzati intorno al 1860 dall’archeologo Giuseppe Fiorelli, prima Ispettore ordinario negli Scavi di Pompei e poi direttore, che trovò un modo ingegnoso per dare una forma umana a quelli che erano i pochi resti umani che venivano rinvenuti all’interno di buchi e cavità.

Da quel momento, molti alti ne sono stati creati e non è escluso che, viste tutte le recenti scoperte e i frequenti ritrovamenti, non ne vengano prodotti altri. Intanto, di sicuro, i lavori al parco proseguiranno: c’è ancora molto da riportare alla luce.

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