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Roaming, confermata al 15 giugno la data dell'abolizione

Secondo il direttore generale del DG Connect non ci sarà nessun rinvio alla fine del roaming e gli operatori che non si adegueranno saranno sanzionati

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Roaming, confermata al 15 giugno la data dell'abolizione Fonte foto: Shutterstock

Roaming o non roaming, questo è il problema. Arriverà o meno la sua abolizione, già fissata dall’Unione Europea per il prossimo 15 giugno 2017? Secondo le ultime notizie sembrerebbe di sì. Ad affermarlo è Roberto Viola, direttore generale del DG Connect, l’organo comunitario che si occupa di sviluppare un mercato digitale unico.

Roberto Viola ha di fatto smentito le ultime notizie, circolate alcune ore fa, secondo cui la fine del roaming sarebbe potuta slittare di altri 12 mesi. Cerchiamo di capirci qualcosa. Tutto nasce dalle linee guida pubblicate dal Berec, l’Organismo dei regolatori europei delle comunicazioni elettroniche. Il rapporto del Berec prevede una deroga di un anno solo per gli operatori che non riusciranno a sostenere i costi dell’introduzione della nuova normativa. Tradotto in termini economici, il rinvio può essere richiesto se le perdite complessive sono superiori al 3%. Per tutti gli altri non ci sarà nessuna proroga.

Sanzioni a chi non rispetterà la nuova normativa

I clienti dei grandi operatori della telefonia mobile, che in Italia sono Vodafone, TIM e Wind-Tre, possono tirare un grosso sospiro di sollievo. Da metà giugno potranno infatti chiamare, mandare messaggi e navigare in rete senza costi aggiuntivi, rispetto alla tariffa stipulata con l’operatore di appartenenza, all’interno di tutti i 27 Paesi dell’Unione Europea. La proroga di un anno interesserà soprattutto gli operatori mobili virtuali. E il motivo è abbastanza semplice: pagano il roaming agli operatori europei per i propri clienti e non beneficiano quasi per nulla del turismo di entrata. Di conseguenza con l’abolizione del roaming avrebbero qualche difficoltà a sostenere i costi del Digital Single Market, il mercato digitale unico, e assicurare il servizio anche fuori Italia. Se i grandi operatori della telefonia mobile non si adegueranno alle nuove normative, potrebbe scattare una sanzione.

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