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Cosa ha trovato il rover cinese Zhurong sotto la superficie di Marte

Cosa si nasconde sotto la superficie di Marte? Il rover cinese Zhurong, durante la sua missione sul Pianeta Rosso, ha trovato delle bizzarre strutture geometriche.

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Prima di spegnersi definitivamente, il rover cinese Zhurong inviato nel 2020 su Marte ha raccolto dati a sufficienza per dare molto materiale di studio agli scienziati. Analizzando queste preziose informazioni, sono emerse delle particolarità provenienti dal sottosuolo del Pianeta Rosso: a quanto pare, vi si celano delle bizzarre geometrie irregolari che potrebbero rivelarci dettagli molto importanti sul passato marziano.

I bizzarri poligoni scoperti su Marte

Il rover cinese Zhurong, che ha già fornito molti dettagli interessanti sul Pianeta Rosso, torna ora a sorprenderci con un’incredibile scoperta. Rianalizzando alcuni dati da esso trasmessi nei pochi mesi della sua missione, un team di scienziati dell’Istituto di Geologia e Geofisica dell’Accademia Cinese delle Scienze ha identificato la presenza di strane geometrie al di sotto della superficie marziana. Ma facciamo un passo indietro: il rover è atterrato nel 2021 su Utopia Planitia, una zona pianeggiante che rappresenta il più grande bacino d’impatto conosciuto su Marte.

Nel corso della sua missione, ha compiuto un viaggio di circa 1,2 km: il suo georadar, in grado di “sbirciare” il sottosuolo sino ad una profondità di circa 100 metri, ha individuato ben 16 cunei poligonali irregolari – ed è probabile che nell’area ce ne siano molti di più. Sono situati tutti a circa 35 metri di profondità, cosa che li rende così speciali. Finora, infatti, tali cunei erano stati rinvenuti solamente al di sopra della superficie di Marte. Anche sulla Terra sono abbastanza comuni, seppure diffusi solamente in Groenlandia, Islanda e Antartide.

Si formano a causa del rapido cambiamento di temperatura che si verifica in queste regioni con l’arrivo dell’inverno: il terreno si frattura, e le “pieghe” si riempiono di ghiaccio e fango, che impedisce la loro cicatrizzazione. Come sono invece nati su Marte? Secondo gli esperti, che hanno pubblicato il loro studio su Nature Astronomy, sarebbero stati causati dai cicli di gelo e disgelo verificatisi sul Pianeta Rosso. Questi processi sarebbero datati tra i 3,7 e i 2,9 miliardi di anni fa, fornendoci così importanti informazioni sul passato di Marte.

L’inclinazione dell’asse di rotazione marziano

La presenza dei cunei poligonali irregolari sotto la superficie marziana fornisce una nuova prova del fatto che, un tempo, il pianeta ospitava acqua – e probabilmente anche un clima molto più favorevole alla vita. Ma è anche un indizio dell’estremo cambiamento dell’inclinazione dell’asse di rotazione di Marte: di cosa si tratta? Con asse di rotazione, si intende la linea immaginaria che attraversa i poli e su cui il pianeta compie il suo moto rotatorio. Le fratture dovute al ciclo gelo-disgelo, essendo così lontane da quelli che oggi sono i poli del Pianeta Rosso, indicano che la sua inclinazione doveva essere molto più accentuata.

Probabilmente, si parla di un cambiamento che si avvicina ai 40°, ovvero decisamente più estremo di quello che si registra sulla Terra. Essendo così inclinato, Marte viveva un clima molto più variabile durante il suo anno, fin quando qualcosa non è cambiato. “I poligoni si sono formati, si sono sviluppati per un po’ di tempo, ma poi si sono fermati improvvisamente. Quest’ultimo momento potrebbe coincidere con quello in cui il clima è cambiato, passando da uno piuttosto freddo a uno piacevole e temperato” –  ha affermato Lei Zhang, autore principale dello studio.