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SCIENZA

Gli astronomi hanno scoperto un nuovo esopianeta in orbita attorno a una stella antichissima

Un piccolo esopianeta che orbita attorno a un'antica stella molto vicina a noi: i risultati sorprendenti dell'ultima scoperta sulla Stella di Barnard.

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Gli astronomi hanno scoperto un esopianeta che orbita attorno alla Stella di Barnard Fonte foto: ESO/M. Kornmesser

Lo hanno cercato a lungo e, infine, lo hanno trovato. Un team internazionale di astronomi (anche italiani) ha scoperto un piccolo esopianeta che orbita attorno alla Stella di Barnard, a “soli” 6 anni luce di distanza dalla Terra. L’importante scoperta è stata pubblicata in un articolo su Astronomy and Astrophysics, dove viene spiegato nel dettaglio cosa sappiamo del piccolo Barnard b.

L’esopianeta che orbita attorno alla Stella di Barnard

La Stella di Barnard è una nana rossa grande un quinto del Sole e più fredda di 2.500°C, che si trova a circa 6 anni luce di distanza da noi. Questo corpo celeste ha sempre suscitato un fascino del tutto particolare negli scienziati, attratti essenzialmente da una possibilità: scoprire dei “mondi” attorno a essa.

Questa ricerca è iniziata negli anni ’60 ma con risultati del tutto deludenti. Si sono susseguite nel tempo presunte nuove scoperte e correlati annunci che, infine, si sono rivelati frutto di errori nella strumentazione e nei metodi. Anche di recente, nel 2018, si pensava di aver scovato un nuovo pianeta attorno a Barnard ma non era niente più che una sorta di “riflesso”.

L’ultimo studio pubblicato questa settimana su Astronomy and Astrophysics è tutta un’altra storia: il team internazionale di astronomi coinvolto ha davvero scoperto un nuovo esopianeta mai individuato prima che orbita attorno alla Stella di Barnard. Il piccolo pianeta – chiamato Barnard b – possiede una massa che è inferiore alla metà di quella terrestre e orbita attorno alla sua stella ospite ogni tre giorni (orbita venti volte più vicina di quella di Mercurio al Sole).

Una nuova tecnologia ha reso possibile la scoperta

I precedenti fallimenti nello studio della Stella di Barnard erano frutto di errori, per lo più “tecnici”. Non è un caso che la scoperta di Barnard b sia avvenuta proprio in questo momento storico: lo studio degli esopianeti e la loro ricerca attorno alle stelle della Via Lattea hanno fatto passi da gigante.

La precisione con cui gli astronomi hanno individuato l’esopianeta è dovuta a uno strumento di ultimissima generazione in grado misurare una piccolissima velocità radiale, ovvero l’oscillazione che la gravità di un Pianeta esercita mentre orbita nella sua stella ospite. Il professor González Hernández, autore dello studio, e un team che ha unito scienziati svizzeri, italiani e portoghesi hanno costruito ESPRESSO – Echelle SPectrograph for Rocky Exoplanets and Stable Spectroscopic Observations – dell’European Southern Observatory (ESO).

Come ha spiegato lo stesso González Hernández, ESPRESSO è incredibilmente preciso ed è proprio questo che ha fatto la differenza e ha reso possibile la nuova scoperta. “La variazione della velocità radiale della Stella di Barnard indotta dal pianeta Barnard b è pari a 50 centimetri al secondo, un valore così piccolo che non poteva essere misurato neppure con spettrografi di alta precisione come Harps e Harps-N: per questo motivo abbiamo usato ESPRESSO che è uno strumento ancora più avanzato, con una precisione che arriva fino ai 10 centimetri al secondo”, ha spiegato Serena Benatti dell’Istituto Nazionale di Astrofisica di Palermo.

Grazie ai dati di ESPRESSO sono anche emersi indizi sulla possibile presenza di altri esopianeti attorno alla Stella di Barnard: “Se fosse vero avremmo a che fare con un sistema planetario molto compatto con periodi orbitali molto simili a quello di Barnard b”, ha aggiunto Benatti.

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