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SCIENZA

Stanno studiando questo strano animale "alieno"

C'è uno strano animale "alieno" che sta ossessionando gli scienziati e l'ultima scoperta apre le porte a uno scenario inedito sull'evoluzione.

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Animale gelatinoso che fluttua nell'acqua profonda Fonte foto: 123RF

C’è uno strano animale “alieno” che da sempre ossessiona gli scienziati. Un recente studio, pubblicato sulla rivista Science, apre uno scenario inedito sulle cosiddette gelatine a pettine (ctenofori), un enigmatico gruppo di creature antichissime e dalla consistenza gelatinosa. Il team di ricerca ha individuato in esse una caratteristica che non era mai stata vista prima in nessun altro animale, come ha affermato uno degli autori, Maike Kittelman. Scoperta che, di fatto, solleva alcuni interessanti interrogativi.

Sistema nervoso mai visto prima nelle gelatine a pettine

Quelle che volgarmente chiamiamo gelatine a pettine (ctenofori) sono probabilmente tra gli animali più strani che vivono sul nostro Pianeta. Sono insoliti invertebrati dal corpo gelatinoso, che si muovono nelle acque dell’Oceano Atlantico occidentale – ma sono diffusi negli oceani di tutto il mondo – spinti da minuscoli peli (ciglia). Si pensa che abbiano avuto origine ben 540 milioni di anni fa e anche per tale ragione hanno scatenato la curiosità degli scienziati: è interessante comprendere come abbiano fatto a sopravvivere per tutto questo tempo e, non di meno, quali “strategie evolutive” abbiano messo in atto.

Il nuovo studio pubblicato su Science ha aggiunto un nuovo tassello a questa stranezza del mondo animale: hanno scoperto che le gelatine a pettine sono dotate di un sistema nervoso “mai visto prima in nessun altro animale”, come ha affermato uno dei coautori dello studio Maike Kittelmann,  biologo cellulare e dello sviluppo presso la Oxford Brookes University nel Regno Unito.

Le gelatine a pettine non hanno cervello, bensì una rete nervosa all’interno della quale gli scienziati hanno trovato un’anomalia. Anziché fare affidamento sulle sinapsi (spazi tra le cellule nervose) per la comunicazione, come avviene nella stragrande maggioranza dei sistemi nervosi animali, nella rete nervosa degli ctenofori le cellule nervose sono fuse tra di loro in un gioco di membrane che formano un’unica struttura chiamata sincizio. È come se fosse un’unica grande cellula multi-nucleo, insomma.

La scoperta sugli ctenofori e il dibattito sull’evoluzione

“Ci sono alcuni altri animali che mostrano neuroni fusi ma non a quell’estremo, in un’intera rete nervosa”, ha spiegato un altro coautore dello studio, Pawel Burkhardt, dell’Università norvegese di Bergen. Ma allora come è possibile che nel corso della sua evoluzione gli ctenofori si siano discostati a tal punto dal resto del regno animale?

Quest’ultimo studio non fa altro che alimentare la curiosità su queste creature talmente diverse dal resto delle specie da sembrare quasi “aliene”. Nello specifico il team di ricerca ha esaminato una specie di ctenoforo (Mnemiopsis leidyi) nella prima fase di sviluppo, quindi resta da capire se la fusione neuronale persista per l’intera durata della vita dell’animale.

Nel corso degli anni molti studiosi hanno concentrato la propria attività di ricerca sull’evoluzione del sistema nervoso, concludendo che con molta probabilità si fosse evoluto soltanto una volta per tutte le varie specie. A questo punto, però, si apre la possibilità gli ctenofori abbiano sviluppato un sistema nervoso indipendentemente dal resto delle specie, in linea con la precedente ricerca di Leonid Morotz che ha scoperto come la base genetica e chimica del sistema nervoso ctenoforo sia diversa da quella osservata in altri animali.

Il sistema nervoso degli ctenofori si è evoluto separatamente dagli altri animali oppure tutti i sistemi nervosi degli animali condividono ancora un’origine comune, quindi, gli ctenofori hanno sviluppato la fusione in seguito? La questione è ancora aperta.

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