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Telegram attacca Apple: danneggia l'industria tech

Pavel Durov attacca ancora una volta Apple poiché l'aggiornamento di Telegram è rimasto in attesa di revisione per due settimane.

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telegram iphone Fonte foto: Ekkys / Shutterstock

Tutti siamo oramai abituati a usare le app: sono diventate parte integrante della nostra vita. Soprattutto per comunicare: le app di messaggistica sono onnipresenti e oggi non sapremmo più come inviare foto, messaggi vocali o di testo senza usarle. In più sono gratuite. Almeno all’apparenza, perché anche in questo caso vale la solita regola del web: se non stai pagando un prodotto, allora il prodotto sei tu.

Le app di messaggistica muovono, infatti, l’industria tecnologica a suon di miliardi di euro. Ecco perché spesso assistiamo a una lotta tra chi queste app le progetta e tra chi le dovrebbe distribuire. Come nel caso della querelle tra Telegram e Apple che va avanti oramai da diversi mesi. L’ultimo post di Pavel Durov, fondatore insieme al fratello Nikolaj della seconda app di messaggistica più usata al mondo dopo WhatsApp, pubblicato sul canale ufficiale di Telegram riprende le denunce fatte anche lo scorso giugno. Il fondatore di Telegram difatti scrive: "Amo il mio lavoro. Cosa potrebbe esserci di più eccitante che migliorare il modo in cui centinaia di milioni di persone comunicano? I membri del team, me compreso, si considerano tra le persone più fortunate al mondo. L’unica cosa che troviamo scoraggiante è che spesso non siamo in grado di distribuire le nuove versioni di Telegram a causa dell’oscuro processo di revisione imposto a tutte le app mobili dai monopoli tecnologici". Ma a cosa si riferisce, esattamente, Durov quando parla di "processo di revisione"?

Apple blocca la revisione di Telegram

La denuncia di Durov pone l’accento sul fatto che un aggiornamento di telegram è rimasto bloccato per due settimane nella fase di "revisione". Il blocco è stato causato da Apple che si è presa del tempo prima di rilasciare le autorizzazioni alla pubblicazione sull’App Store.

Per Durov, questo tempo rappresenta un abuso: "Se Telegram, una delle prime 10 app più popolari a livello globale, sta ricevendo questo trattamento, si possono solo immaginare le difficoltà incontrate dagli sviluppatori di app più piccoli. Non è solo demoralizzante: provoca perdite finanziarie dirette a centinaia di migliaia di app mobili in tutto il mondo".

Perché Apple impone il Webkit

Al centro della questione l’imposizione del motore di rendering delle app (anche) di messaggistica Webkit. Imposizione che secondo Apple è dettata da motivi di sicurezza. Secondo Durov e Telegram è una scusa per costringere le app a passare da Apple Pay per essere poi scaricate. Il che porterebbe gli sviluppatori a dover versare il 30% di commissione alla società di Cupertino.

Infatti, Durov lo scrive nero su bianco: "Questo danno [il ritardo nella pubblicazione delle app sull’App Store, ndr] si aggiunge alla tassa del 30% che Apple e Google prelevano dagli sviluppatori di app, che, secondo loro, dovrebbero pagare le risorse necessarie per rivedere le app. Le autorità di regolamentazione nell’UE e altrove stanno lentamente iniziando a esaminare queste pratiche abusive. Ma il danno economico che è già stato inflitto da Apple all’industria tecnologica non sarà annullato".

Nel frattempo, a fine giugno, Durov ha pubblicato Telegram Premium a pagamento dando la possibilità a chi non vuole versare il 30% di commissione ad Apple di scaricarla pagandola meno, senza passare dall’App Store.

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