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Sono stati avvistati 5 nuovi pianeti: cosa hanno visto gli scienziati

Hanno avvistato cinque nuovi pianeti simili a Venere che potrebbero dirci di più non solo su questo pianeta ma anche e soprattutto sul destino della Terra.

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Tra potenti telescopi dalle tecnologie sempre più raffinate e missioni impensabili fino a pochi decenni fa, gli studi su pianeti e corpi celesti stanno aprendo le porte a scoperte che molto possono dirci in merito a tutto quel che c’è "là fuori". Eppure, in questa "epoca d’oro" dell’astronomia, tali osservazioni possono dirci di più anche sulla Terra, seppur partendo da pianeti del tutto diversi.

Un caso esemplare è quello dell’ultimo studio pubblicato su The Astronomical Journal che, partendo da cinque nuovi pianeti che presentano delle caratteristiche molto simili a quelle di Venere, potrebbero fornire preziose informazioni sul futuro del nostro pianeta e la sua possibile evoluzione.

La Terra, Venere e l’abitabilità

Cosa c’entra Venere con il destino della Terra? Per scienziati e appassionali, la risposta è facile: i due pianeti sono da sempre considerati "gemelli" perché, oltre ad avere entrambi un corpo roccioso, sono molto simili anche in termini di massa e dimensioni. Eppure oggi versano in condizioni completamente diverse: la Terra è viva e popolata da una miriade di specie, mentre Venere si trova agli antipodi del concetto stesso di abitabilità: galleggia in una coltre di acido solforico, non ha acqua sulla sua superficie e le sue temperature sono talmente alte da poter sciogliere persino il piombo.

La domanda che da decenni ossessiona gli scienziati e alla quale il nuovo studio potrebbe dare risposta è la seguente: un tempo Venere era come il nostro pianeta e la Terra che si prepara a evolversi nella stessa direzione del suo "gemello"? O, ancora, c’è un modo per far sì che Venere torni a essere abitabile?

Per rispondere a questi quesiti si è messo all’opera un team di scienziati, guidato da Colby Ostberg della Brown University e Stephen Kane della UC Riverside, rispettivamente dottorando e professore ordinario di astronomia e astrofisica planetaria specializzati in esopianeti, che ha contato anche sulla collaborazione di Jim Head, professore di scienze planetarie alla Brown.

Gli esopianeti e la "Venus Zone"

Dato che studiare tutte le caratteristiche di Venere è attualmente un’impresa impossibile a causa della sua totale inospitalità, il team di ricerca ha dovuto trovare un "escamotage": nel corso degli ultimi decenni, la comunità scientifica ha identificato una lista di ben 300 esopianeti molto simili a Venere per via di alcune caratteristiche (gassosità, densità, massa) e proprio da questa lista è partita la squadra di scienziati.

I ricercatori hanno analizzato uno per uno tutti gli esopianeti fino a individuarne una serie che si distinguono per quella che il professor Kane ha ribattezzato "Venus Zone" [Zona di Venere, ndr]: in pratica hanno una zona orbitale che si muove attorno a una stella calda, proprio come Venere (e la nostra Terra) si muovono intorno al Sole. Questa zona orbitale provoca sui pianeti in questione lo stesso effetto che caratterizza Venere, creando un involucro atmosferico simil-serra che fa sì che il pianeta sia avvolto da una coltre di gas ("Fa troppo caldo perché un pianeta abbia acqua, ma non troppo caldo perché non abbia atmosfera").

Dopo una prima cernita, gli scienziati hanno fatto un’ulteriore selezione e, infine, individuato cinque esopianeti preziosissimi, perché la loro atmosfera presenta una sorta di bordo che favorisce l’irradiazione da parte della loro stella madre. Questa irradiazione è fondamentale perché, impedendo l’ammassarsi delle sostanze aeriformi, provoca un degassamento che permette di guardare più chiaramente attraverso all’involucro, sbirciando la loro superficie.

I pianeti simili a Venere e il destino della Terra

Non è un caso che lo studio pubblicato su The Astronomical Journal abbia attirato l’attenzione della comunità scientifica e degli appassionati di astronomia dato che, secondo gli scienziati del team, i cinque esopianeti sono perfettamente osservabili utilizzando il telescopio spaziale James Webb. Le loro analogie con Venere sono talmente tante che, usando questo strumento, si potrebbero ottenere delle informazioni sull’evoluzione del paesaggio e di tutto ciò che, eventualmente, un tempo lo popolava.

I dati che si otterranno dalle loro osservazioni andranno ovviamente combinati alle due missioni spaziali della NASA che hanno come obiettivo proprio Venere: la missione DAVINCI, che misurerà i gas nell’atmosfera venusiana, e la missione VERITAS, che sulla carta dovrebbe consentire ricostruzioni 3D del paesaggio del pianeta.