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Cibo del futuro: mangeremo insetti e alimenti stampati in 3D

Secondo gli esperti, nel 2050 sulla Terra ci saranno 10 miliardi di persone: per sfamarle tutte quante dovremo necessariamente trovare soluzioni creative

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Cibo del futuro: mangeremo insetti e alimenti stampati in 3D Fonte foto: 123RF

Ci facciamo tante domande sul futuro, su come sarà la vita tra cento anni – ma forse anche tra meno. Dove vivremo? Che lavori faremo? Sarà ancora possibile andare a sciare?

Dovremmo anche chiederci che cosa mangeremo: le nostre fonti di cibo sono cambiate moltissimo negli anni, a volte perché siamo diventati complessivamente più ricchi da permetterci alimenti più ricercati, altre volte perché i nostri confini si sono allargati e abbiamo conosciuto culture diverse. Ma forse, dobbiamo aspettarci una rivoluzione alimentare ancora maggiore.

Prendiamo come orizzonte di riferimento il 2050, l’anno in cui la popolazione della Terra raggiungerà i 10 miliardi: come faremo a dare da mangiare a così tante persone? Dovremo trovare soluzioni creative, che secondo la rivista Focus potrebbero essere gli insetti e il cibo creato in laboratorio.

Gli insetti, cibo del futuro

Parlare di coleotteri, scorpioni e grilli come cibo potrebbe farci storcere il naso. Ma se qualcuno ha visitato i Paesi dell’Estremo Oriente saprà che laggiù è pratica comune, e anche che il sapore non è male. Anche l’Unione Europea ha recentemente dato il suo via libera alla messa in commercio delle tarme della farina come insetto.

È una delle specie che ha ricevuto bandiera verde anche dall’Efsa, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare. Le altre sono la locusta migratrice e il grillo domestico. Tutte e tre sono ottime fonti di proteine, decisamente a più basso costo rispetto alla carne.

È inevitabile pensare agli insetti come cibo del futuro, magari sotto forma di farine: vengono triturati e ridotti appunto a sostanza farinosa. Verranno sempre più usati anche come mangime negli allevamenti.

Uno dei problemi che, secondo i tecnici e gli scienziati dell’Efsa, dovremo affrontare è quello delle allergie: la maggior parte delle reazioni allergiche è legata proprio alle proteine, quindi sarà necessario capire se gli insetti possono scatenarle – da soli o insieme ad altri allergeni.

Il cibo prodotto in laboratorio

Quando si parla di alimenti sintetici, fatti in un laboratorio, si intende soprattutto la carne: può essere prodotta in provetta partendo da cellule staminali di animali di cui comunemente ci nutriamo. Ma esistono anche stampanti 3D che realizzano cibi su misura per le esigenze particolari di ognuno.

Sembra un procedimento complesso, ma in realtà è abbastanza facile produrre cibo in laboratorio: basta avere a disposizione delle cellule staminali, che vanno fatte riprodurre fornendo loro i nutrimenti di cui hanno bisogno. Tutto funziona in un laboratorio, quindi in un ambiente protetto e controllato – con due conseguenze positive: non c’è necessità di antibiotici e non ci sono sprechi di produzione.

Certo il prezzo non viene in aiuto al consumatore, ma perché è una tecnologia ancora agli inizi: un hamburger di carne fatta in laboratorio costa ancora tra i 150 e i 200 dollari, ma ci si aspetta che scenderà e che tutto il business arriverà a valere 25 miliardi entro il 2030.

Anche sulle stampanti 3D per cibo si fanno passi da gigante: a Singapore, alla Nanyang Technological University gli scienziati hanno perfezionato un metodo per creare dei veri e propri inchiostri alimentari partendo dalla verdura. E non è l’unica rivoluzione legata al cibo pensata dall’Università di Singapore.

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