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cosa significa nanocell Fonte foto: Shutterstock
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Significato di NanoCell e caratteristiche

In questo articolo troverai delle informazioni dettagliate su cos'è la tecnologia NanoCell, di cosa si tratta, in che modo funziona e quali vantaggi comporta.

Al momento dell’acquisto di una nuova TV o di un monitor per il nostro PC desktop, è importante per i potenziali acquirenti valutare la tipologia di schermo di cui abbiamo bisogno. Come molti di voi già sapranno, in commercio è possibile trovare apparecchi molto diversi tra loro, e che per le loro caratteristiche peculiari garantiscono un certo tipo di prestazione.

Nei negozi, fisici o online che siano, possiamo infatti vedere TV e monitor dotati di differenti tecnologie, per altro in costante evoluzione. Tra i più tradizionali LCD, VA, IPS e TN, la selezione si è fatta assai più ampia negli ultimi anni grazie all’introduzione della tecnologia Nanocell, presentata dal LG nel corso del CES del 2017 di Las Vegas.

Questa promette di raggiungere le qualità di resa cromatica degli schermi OLED, ma a un prezzo molto più basso, ed è stata volutamente introdotta in antitesi ai Quantum Dot TV di Samsung Display, da sempre rinomati per la loro purezza visiva e per il dettaglio offerto al consumatore finale. Scopriamo allora di cosa si tratta più nel dettaglio, e perché si tratta di una soluzione preferibile al comune LCD.

NanoCell: cos’è e cosa significa

Uno dei problemi più noti che gli schermi LCD si portano dietro è quello della resa e profondità dei colori, che perde di qualità rispetto ai vecchi schermi CRT e agli OLED. I produttori di televisori e monitor hanno quindi cercato di ovviare a questa criticità sviluppando nuove tecnologie, tra cui spicca per l’appunto la NanoCell introdotta da LG.

Il colosso sudcoreano, con questa innovazione, promette di riflesso colori migliori, per altro ad un costo assai abbordabile. Per capire come funzionano e quali sono i vantaggi degli schermi NanoCell dobbiamo però fare una veloce premessa, descrivendo come è composto un moderno TV LCD a LED. Tradizionalmente, il pannello di un televisore è diviso in più strati, ovvero la retroilluminazione, il filtro RGB, Red, Green e Blue, e il pannello a cristalli liquidi.

Più nello specifico, la retroilluminazione si compone di LED che emettono luce bianca. Luce che passa attraverso i filtri di colore rosso, verde e blu – i cosiddetti subpixel – per poi arrivare ai cristalli liquidi, incaricati di “costruire” l’immagine visibile sullo schermo. Non a caso, i colori dell’immagine che vediamo sono la combinazione variabile dei colori dei tre subpixel rosso verde e blu che compongono ogni punto presente.

Per spiegarla ancora più semplicemente, se i televisori a tubo catodico acquisiscono il colore variando il voltaggio, i televisori OLED e LCD danno un colore ad ogni singolo pixel. E lo fanno usando diversi subpixel, che in modo combinato formano i diversi colori che sono sul pannello. La fedeltà nella riproduzione dei colori, giocoforza, è strettamente legata al modo in cui i subpixel riescono a separare i tre colori in modo corretto, assieme alla capacità dei filtri di bloccare la parte indesiderata dello spettro luminoso.

Per una riproduzione della gamma cromatica più vicina alla realtà, e che comunque non ha nulla da invidiare a quella delle TV a tubo catodico e OLED, i giganti dell’industria hanno inseguito l’obiettivo di separare nettamente i tre colori principali agendo con maggiore precisione anche nella rappresentazione di tutte le diverse sfumature.

Una scelta saggia, se teniamo in conto che una delle problematiche più evidenti che toccano gli schermi LCD è il fatto che la densità per pixel per pollice è così grande che i subpixel di ogni componente del colore sono incollati insieme. Ciò significa che la luce che emettono colpisce chi gli sta accanto, distorcendo il colore finale che mostrano.

Come funziona la tecnologia NanoCell

Non è tutto, perché nel definire il funzionamento della tecnologia NanoCell, dobbiamo considerare pure che la saturazione di un colore, che i tecnici chiamano anche purezza, dipende dall’intensità della luce e dallo spettro di lunghezze d’onda su cui va ad essere distribuita. Un colore definito puro può essere ottenuto quando le lunghezze d’onda della luce sono precise e pulite, il che significa che non sono presenti interferenze o sfasamenti.

La saturazione dei colori rappresenta quindi l’intensità di una specifica tonalità. Nel dettaglio, possiamo dire che una tinta molto satura ha un colore vivido, mentre al diminuire della saturazione il colore diventa più tenue e tendente a sfumature di grigio. Se però la saturazione si fa eccessiva, tende a distorce i colori e a causare problemi di immagine, soprattutto sulla tonalità della pelle. E tutti i colori generalmente perdono di naturalezza.

Con i NanoCell, si cerca allora di ottimizzare questi filtri per separare in modo netto i colori senza ridurre la luminosità del pannello, cercando di mantenere la promessa di una resa cromatica decisamente migliore. Per capire come, ricordiamo che la vicinanza dei pixel tra loro fa sì che la luce dei subpixel finisce per influenzare i subpixel vicini, distorcendo il colore di tutti gli elementi coinvolti.

Dobbiamo anche tenere presente che all’aumentare della risoluzione dello schermo, la distanza tra i pixel si riduce e quindi il problema diventa molto più evidente. Passare da uno schermo con risoluzione a 1080p ad uno in 4K significa andare a raddoppiare il numero di pixel per pollice, cambiamento che si verifica anche nel passaggio dai 4K ai più performanti 8K.

Quindi era necessario lo sviluppo di una nuova tecnologia, come quella che sfrutta le nanocellule, per ovviare al problema. La risposta data dall’impiego del NanoCell utilizza un filtro di luce in ogni subpixel in modo che la luce non vada oltre il singolo pixel, così da non influire su quelli adiacenti e che i loro valori non vengano fastidiosamente alterati agli occhi dello spettatore.

I vantaggi (e gli svantaggi) delle nanocellule

La tecnologia Nanocell si basa, come già accennato, sulle nanocellule. Queste sono particelle minuscole, della dimensione di appena 1 nanometro, che hanno la capacità di restituire facilmente colori naturali e senza alcun tipo di distorsione, per altro da ogni possibile angolo di visione. Le nanotecnologie impiegate migliorano di conseguenza il contrasto e rappresentano colori più reali, arricchendo il mercato di televisori con modelli che sanno rappresentare tutte le sfumature dei diversi colori, e che quindi possono avere una gamma cromatica molto ampia.

Il vantaggio principale degli schermi NanoCell è quello di offrire una qualità dell’immagine molto vicina a quella che caratterizza quelli OLED, dal prezzo sensibilmente più alto, e di gran lunga superiore ai classici schermi LCD. L’angolo di visione si presenta eccellente, con un’ampiezza di 178º in entrambe le direzioni e senza l’annoso problema di burnout di cui notoriamente soffrono gli schermi OLED.

Allo stesso tempo, aggirano il problema dello sbiadimento degli schermi LCD. Tuttavia, trattandosi comunque di una tecnologia LCD, hanno bisogno necessariamente della retroilluminazione, e questo significa che purezza e gradazione cromatica di ogni colore non sono rappresentate allo stesso modo.

Nonostante qualche sbavatura, la tecnologia NanoCell utilizza le nanoparticelle per assorbire le lunghezze d’onda considerate in eccesso, ampliando la gamma cromatica e andando a migliorare la purezza dei colori. Al contrario, gli schermi di tipo LCD convenzionali usano filtri diversi che possono provocare distorsione dei colori e riflessi di luce non certo ottimali.

La qualità è incrementata anche grazie al particolare focus sul contrasto elevato, che viene inteso come il rapporto tra il valore più alto, cioè più luminoso, e il valore più basso, quello più scuro, della luminosità di una specifica immagine. Per loro stessa natura le televisioni che si basano sulla tecnologia LCD non possono raggiungere l’infinto contrasto tipico delle TV OLED, ma alcuni modelli di televisori con NanoCell implementano quello che viene chiamato FALD o Full Array Local Dimming, che ha lo scopo di ridurre il livello di illuminazione in determinate zone dello schermo, per dare una migliore rappresentazione dei neri.

La combinazione di NanoCell e FALD offre una migliore qualità dell’immagine e ci consente di raggiungere la qualità degli schermi OLED, posizionando i LED dietro tutto il pannello. Un contrasto elevato, di fatto, lascia spazio a neri intensi che conferiscono profondità a tutti i colori senza dover necessariamente aumentare la saturazione in maniera eccessiva.

Altro elemento a vantaggio della tecnologia a nanocellule è quello di offrire agli spettatori un ampio angolo di visione. Un aspetto che potrebbe sembrare secondario, ma che invece rappresenta un elemento estremamente importante. Non solo, questo particolare tipo di tecnologia è in grado di esaltare i contenuti 4K HDR, ovvero in alta risoluzione e ad alta gamma cromatica, riproducendo le immagini fedelmente, proprio come sono state pensate dai registi in fase di produzione della loro pellicola o di una affascinante serie televisiva.

Al netto dei tanti vantaggi, e di un prezzo più contenuto rispetto ai concorrenti OLED, gli schermi NanoCell hanno dimostrato sul campo di soffrire di un consumo energetico più elevato. Proprio per questo è una soluzione che non è ancora stata standardizzata su schermi più piccoli, come possono essere quelli laptop, tablet e smartphone, chiudendo di fatto le porte al suo impiego. Restano comunque una potenziale minaccia per gli OLED, e una straordinaria opportunità per i consumatori di godere di immagini ottimali a costi non eccessivi.