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Perché la sabbia di questa spiaggia è diventata verde

Può la sabbia di una spiaggia diventare completamente verde? È un fenomeno piuttosto raro sul Pianeta, ma c'è una spiegazione ben precisa.

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Le Hawaii sono uno dei classici luoghi da sogno a cui associamo immediatamente parole come “relax” e “natura”. Bellezze incontaminate che tolgono il fiato, acque cristalline che accarezzano dolcemente le lunghe distese di sabbia dorata. E se vi dicessimo che proprio lì esiste una delle spiagge più strane del Pianeta? Ebbene sì, a Big Island – come viene chiamata comunemente l’Isola di Hawaii, la più grande dell’arcipelago – c’è una spiaggia che è diventata insolitamente verde ed è uno dei pochissimi casi finora registrati. Ma da cosa dipende un simile fenomeno?

Lo strano caso della spiaggia di Papakōlea

Immaginate di attraversare per molte miglia una fitta distesa di foresta pluviale, dove la vegetazione avvolge il visitatore come l’abbraccio di Madre Natura. Ancora qualche passo per raggiungere l’Oceano Pacifico ed ecco che si staglia dinanzi al vostro sguardo una grande spiaggia dalle acque limpide e vive. Tutto normale, se non fosse che la sabbia è completamente verde.

Questa meravigliosa stranezza della natura si trova ad Hawaii, detta anche Big Island in quanto isola più grande dell’omonimo arcipelago. In particolare si deve raggiungere il distretto di Ka’u, il più grande e a sud dell’isola nonché il meno “turistico”, se così si può dire. Insomma, si tratta di uno di quei luoghi che solo gli appassionati e i curiosi più avventurosi si prodigano a visitare.

Una delle attrazioni principali di Ka’u è proprio la spiaggia di Papakōlea, nome che letteralmente si potrebbe tradurre come “casa del piviere dorato del Pacifico”. Un omaggio piuttosto significativo, dal momento che si tratta di un uccello migratore che attraversa l’Oceano per sfuggire ai freddi inverni di Alaska e Siberia e si rifugia nell’isola di Hawaii, tornando di anno in anno sempre nello stesso territorio. Ormai il kōlea, come viene chiamato nella lingua autoctona, è talmente abituato alla presenza umana da diventare quasi addomesticato.

Se il kōlea è di per sé interessante, la spiaggia verde come lo smeraldo non è da meno. Una rarità (quasi) unica al mondo.

Perché la sabbia è diventata verde come lo smeraldo

Sarebbe molto semplice limitarsi a dire: la sabbia è verde, non dorata come nella gran parte delle spiagge. Ma perché si verifica questo insolito fenomeno e perché proprio a Big Island nell’arcipelago delle Hawaii? Come sempre è la scienza a offrirci una spiegazione molto interessante.

Nessuno strano “incantesimo”, ma il risultato dell’eruzione del vulcano Mauna Loa, avvenuta circa 49.000 anni fa. La spiaggia è scolpita proprio nell’insenatura derivante da questo antico quanto violento fenomeno vulcanico ed è diventata completamente verde per via di un mix di sabbia lavica nera e piccolissimi cristalli di olivina. Da qui il colore olivastro, appunto, che rende Papakōlea una delle spiagge “multicolor” più interessanti delle Hawaii.

Sempre a Big Island, infatti, esiste anche la spiaggia di Punalu’u che si caratterizza per una distesa di sabbia nera come la pece. Punalu’u ha un’attrattiva in più rispetto a Papakōlea: proprio lì è possibile ammirare le tartarughe marine verdi hawaiane (Honu), intente a crogiolarsi allegramente sulla sabbia.

Spiagge verdi contro il cambiamento climatico

Vi starete chiedendo cosa c’entri la spiaggia verde di Papakōlea con il cambiamento climatico. Lo spiegano alla perfezione le parole di Tom Green (nomen omen, come si suol dire), biologo britannico e direttore dell’ente di beneficenza Project Vesta.

Lo scienziato ha presentato nel 2020 un progetto piuttosto audace, volto a fronteggiare il cambiamento climatico e che sfrutta la naturale reazione chimica che “estrae l’anidride carbonica dall’atmosfera e nell’acqua”, “quando la pioggia cade sulle rocce vulcaniche” e le stesse si dissolvono. Cospargendo le spiagge di olivina, appunto, questo processo che in geologia ha tempistiche notevoli sarebbe di molto accelerato, “trasformando un trilione di tonnellate di CO 2 in roccia e facendola sprofondare in fondo al mare”.