The Last of Us 2, le critiche dei gamer e le risposte del cast
Gamer e spettatori criticano le scelte fatte in The Last of Us 2, ma così si perdono di vista la storia e le emozioni dell’adattamento firmato HBO

Dopo il drammatico e scioccante secondo episodio, qualcosa si è spezzato in The Last of Us? Così lascerebbero immaginare le furiose reazioni a caldo che, a distanza di più di una settimana dalla messa in onda della puntata 2 (in Italia su Sky e in streaming su NOW), ancora vengono indirizzate verso la seconda stagione della serie tv HBO. Anche dopo l’uscita della terza puntata, che è disponibile dal 27 aprile, a commentare con grande trasporto emotivo quanto sta accadendo sullo schermo non sono solo gli spettatori che hanno amato Joel ed Ellie grazie all’adattamento, ma anche i gamer che già conoscevano la trama dal videogioco The Last of Us – Parte II.
Perché The Last of Us 2 viene criticata? (spoiler)
Le critiche a The Last of US stagione 2 non sono nate con la serie tv, ma con l’uscita del videogioco stesso nel 2020. Il gioco infatti presenta – così come l’adattamento televisivo – scelte difficili e controverse che hanno da subito spaccato la fanbase.
Joel, uno dei protagonisti più amati del primo capitolo interpretato nell’adattamento tv da Pedro Pascal, muore brutalmente all’inizio del secondo gioco per mano di Abby. Questo evento nella serie tv viene raccontato già nel secondo episodio. I fan del videogioco, affezionati a Joel, hanno ovviamente trovato questo avvenimento scioccante e difficile da accettare, e c’è chi lo ha considerato un tradimento del personaggio.
Nel videogioco, poi, i gamer sono “costretti” a un cambio di prospettiva: continuano infatti a giocare una parte dell’avventura nei panni di Abby, personaggio inizialmente odiato dai fan appunto per aver ucciso Joel. Anche questo punto ha diviso la comunità di gamer: alcuni lo hanno trovato geniale, altri odioso perché “costringe” a empatizzare con un personaggio percepito come il nemico.
Inoltre, in generale il videogioco The Last of Us Part II è molto più violento, amaro e pessimista del primo gioco: il tema centrale della vendetta e dei suoi infiniti cicli ha deluso coloro che si aspettavano una trama più simile alla prima parte.
Molte delle critiche mosse alla seconda stagione di The Last of Us derivano direttamente da quelle già espresse nei confronti della seconda parte del videogioco, ma non solo. Alcuni fan del gioco, ad esempio, hanno anche criticato il casting di Abby (interpretata da Kaitlyn Dever) ancor prima della messa in onda, sostenendo che la sua rappresentazione fisica non sia adeguata al personaggio.
The Last of Us 2, critiche e risposte del cast dopo l’episodio 3
Alcune testate di settore hanno notato che su siti come Rotten Tomatoes il riscontro da parte del pubblico della seconda stagione diThe Last of Us è crollato dopo la messa in onda della seconda puntata, passando dal 96% a poco più del 50%. È un fenomeno noto anche come review bombing: una fetta di pubblico probabilmente sta esprimendo il proprio disappunto inondando la rete di commenti negative.
Come accaduto dopo l’uscita del videogioco, insomma, anche con la serie tv diversi fan si sentono probabilmente delusi e feriti dalle scelte controverse fatte nella narrazione, oppure insoddisfatti dai casting, e questo li ha spinti a recensire negativamente l’adattamento.
Sebbene il legame emotivo con i protagonisti della serie tv sia comprensibile, la stampa di settore fa anche notare che l’adattamento seriale andrebbe giudicato nel suo complesso: quindi, non solo sulla base del casting di un’attrice o di un singolo colpo di scena forte.
Commentando gli eventi della seconda stagione di The Last of Us, anche Isabela Merced, che nella serie tv è Dina, ha ricordato agli spettatori che non è importante dare immediatamente dei giudizi morali sui personaggi e sulle loro azioni. Penso che «ci si debba concentrare sui sentimenti che si provano in ogni momento», ha detto l’attrice. «Non credo che gli sceneggiatori e gli ideatori del gioco volessero che fossimo più saggi. Non credo volessero che pensassimo: “Sono tutti cattivi perché ciascuno segue i propri interessi”. Credo che volessero realmente che tutti si concentrassero sulla propria frustrazione e sul proprio dolore».