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Sky pezzotto: chiusi 15 siti illegali che trasmettevano la Serie A

La Guardia di Finanza ha individuato 15 siti illegali che trasmettevano la Serie A. Ecco cosa rischiano gli utenti

calcio in streaming Fonte foto: Shutterstock

Continua la lotta alla pirateria online e ai siti web che trasmettono illegalmente le partite in streaming della Serie A. A seguito della denuncia della Lega Nazionale Professionisti di Serie A (detentrice dei diritti televisivi del campionato italiano), il Nucleo Speciale Beni e Servizi della Guardia di Finanza ha ordinato al Tribunale di Roma il sequestro preventivo di 15 siti web che offrivano illegalmente la visione delle partite della Serie A.

Il funzionamento è quello che abbiamo imparato a conoscere molto bene: l’utente finale paga un abbonamento mensile molto inferiore rispetto a quello di Sky e DAZN e riceve il segnale delle partite sul proprio dispositivo: smartphone, tablet, computer, televisore. Il sistema utilizzato dai pirati è quello delle IPTV (Internet Protocol Television), un protocollo di trasmissione dei dati sviluppato per Internet del tutto legale, ma che i presunti truffatori hanno iniziato a utilizzare in modo illecito. Le indagini della GdF hanno permesso l’individuazione dei 15 siti illegali che sono stati immediatamente oscurati e ora si andrà alla ricerca della complessa struttura dell’organizzazione composta da decine e decine di persone.

Come funziona la TV pezzotta

Per questo sistema è stato coniato anche un termine ad hoc: “pezzotto“. Si tratta di un termine dialettale che vuol dire “falso, contraffatto, fasullo”. Sono sempre di più le indagini della Guardia di Finanza che vanno alla ricerca di sistemi chiamati “Sky pezzotto” o “IPTV pezzotte” che offrono un abbonamento mensile di 10-15 euro per vedere Sky, Netflix, DAZN e tutte le altre piattaforme di video streaming.

I pirati online utilizzano il protocollo IPTV per acquisire e ricodificare i palinsesti televisivi delle TV a pagamento. Tramite un complesso sistema di decoder riescono a distribuire online i programmi (soprattutto le partite di calcio della Serie A) e permettono l’accesso agli utenti dietro il pagamento di un abbonamento. Un sistema che in Italia ha fruttato ai pirati milioni e milioni di euro.

Dopo il blitz del settembre 2019 che ha portato alla chiusura di centinaia di siti internet e alla denuncia di molte persone che gestivano un sistema di IPTV illegali con milioni di utenti, il mercato del “pezzotto” non sembra essere morto. Anzi, tutt’altro. Come un’Idra a tre teste che rinasce in continuazione.

Cosa rischiano chi usa il “pezzotto”

Chi sottoscrive un abbonamento alle IPTV illegali può essere perseguito allo stesso modo di coloro che hanno creato il sistema. Secondo le norme della giustizia italiana, gli utenti che usufruiscono del “pezzotto” rischiano una multa da 2.582 a 25.822 euro e una pena che va dai sei mesi ai tre anni di reclusione.