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A cosa serve il cloud e le migliori piattaforme

Per salvare i propri dati ed effettuare altre operazioni online esiste uno spazio virtuale detto "cloud": ecco cos'è, come funziona e le migliori piattaforme.

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cloud: cos'è Fonte foto: Shutterstock

Con cloud ci si riferisce generalmente a quel sistema che permette di salvare i dati online, parte di una rete globale di server remoti accessibili tramite connessione a Internet. Ma per capire bene cos’è il cloud e come funziona, è necessario tuttavia ampliare i nostri orizzonti, e andare ben oltre il concetto di archiviazione.

In questa guida, scopriremo allora insieme cosa significa cloud e quali sono i suoi ambiti di applicazione, esaminando gli scenari in cui l’elaborazione in cloud trova il più largo impiego. Perché non tutto si riduce alla mera archiviazione di documenti, video, foto e file più in generale: le tante piattaforme dedicate in commercio sono in grado di fornire i servizi più disparati, per coprire una marea di ambiti di utilizzo.

Cloud: cos’è e come funziona

Il cloud è è uno spazio virtuale accessibile con una connessione Internet, che permette di consultare dati archiviati e di sfruttare servizi di gestione e calcolo attraverso server dedicati, localizzati in varie parti del mondo, che lavorano insieme al fine di effettuare operazioni comuni di vario tipo.

Fra questi ci sono ad esempio i servizi di cloud storage, a disposizione per salvare dati di qualsiasi tipo per poi essere visualizzati su tanti dispositivi con accesso a Internet, come PC, smartphone, tablet e Smart TV, sia utilizzando il browser che installando specifici software. Come già accennavamo, però, il cloud serve anche ad altro, ad esempio all’elaborazione di dati e all’erogazione di servizi per imprese e utenti come banalmente la posta elettronica, un servizio in cloud, con le mail che sono archiviate in appositi server da consultare una volta collegati alla rete. Lo stesso accade per i più famosi social network, ma pure per piattaforme online per la produttività, pensiamo ai Documenti condivisi di Google, e dei motori di ricerca.

Il cloud computing va perciò ad indicare le “nuvole” nella loro totalità, mentre il cloud storage si riferisce a un sottogruppo che non esiste come entità a sé stante ma solo come parte di un insieme computazionale. Senza dover rispondere a particolari requisiti hardware e software, la tecnologia cloud dispone di vie e applicazioni potenzialmente infinite. Abbiamo quindi i servizi SaaS, o software-as-a-service, che eseguono software remoti per l’elaborazione di dati complessi, ma anche i servizi PaaS, o _platform-as-a-service_, che mettono a disposizione dell’utente interi ambienti di sviluppo.

Ancora, non bisogna dimenticare i servizi IaaS, che offrono la possibilità di fruire di complesse apparecchiature hardware per eseguire compiti che richiedono risorse estremamente elevate, impossibili sfruttando un comune server. Elemento distintivo di queste piattaforme, qualsiasi sia il loro scopo, è comunque la loro natura che potremmo definire “astratta”: i servizi offerti non arrivano da un singolo server o da una singola batteria di PC, ma da una complessa e ben studiata rete di elaboratori che operano con un approccio parallelo e concorrente per eseguire compiti diversi capaci di combinarsi tra loro.

Le migliori piattaforme cloud

Il cloud è stato concepito per fornire estrema velocità d’accesso, integrità dei dati e sicurezza, grazie alla presenza di sofisticati meccanismi di protezione distribuiti. L’architettura di questi sistemi prevede che i server delle società siano ubicati in strutture chiamate “data center”, ovvero centri di archiviazione ed elaborazione dati che coordinano l’intera l’infrastruttura informatica e la mettono a disposizione di una o più aziende.

Naturalmente, in base ai servizi forniti e alla architettura necessarie per veicolarli, l’utilizzo delle piattaforme cloud prevede un costo variabile, con la mole di risorse messe a disposizione a fare davvero la differenza. Ora che sappiamo il cloud cos’è e come funziona in linea di massima, vediamo insieme i più noti servizi di questo tipo, così da individuare quello più adatto alle nostre esigenze specifiche.

Google Drive

Google Drive è il servizio di cloud storage di Big G. Il colosso di Mountain View lo ha pensato per la creazione di copie di backup dei propri dati, ma anche per archiviare altri contenuti che possono essere condivisi con altri utenti connessi ed essere visualizzati e gestiti su PC, TV, via Web o su dispositivi mobili. La piattaforma mette a disposizione 15 GB di spazio gratuito, che possono essere aumentati a pagamento sottoscrivendo un abbonamento a Google One. I prezzi partono da 1,99 euro al mese per 100 GB aggiuntivi, ma possono essere modulati su richiesta. Per utilizzarlo, Google Drive richiede un account Google, creabile facilmente con i propri dati. Non solo, oltre a Drive, l’azienda americana mette a disposizione su Android, iOS e Windows anche il servizio Google Foto, pensato per archiviare foto e video realizzati tramite smartphone e tablet.

iCloud

Apple offre invece iCloud, che permette di creare delle copie di backup dei propri dati online su uno spazio chiamato iCloud Drive e di sincronizzare dati e impostazioni tra i vari dispositivi della mela morsicata, e non solo. La versione gratuita della piattaforma consente di usufruire di 5 GB di spazio di archiviazione gratuiti, ma anche in questo caso è possibile incrementare lo spazio a nostra disposizione sottoscrivendo un abbonamento a pagamento, i prezzi partono da 99 centesimi di euro per 50 GB aggiuntivi. In più, come per la controparte di Big G, anche il gigante di Cupertino impone di essere in possesso di un ID Apple per accedere ad iCloud e a tutte le sue funzionalità, che sia su dispositivi Apple, quindi iPhone, iPad o Mac, su PC Windows o su browser Web.

Amazon e altri servizi

Non tutti lo sanno, ma anche il leader dell’eShopping Amazon aveva una piattaforma cloud proprietaria per i suoi clienti, Amazon Drive, riservato ai possessori di un account Amazon. Il servizio è stato chiuso il 31 dicembre 2023, pur lasciando a disposizione Amazon Photos, una piattaforma di archiviazione online di foto e video, per le prime non ci sono limiti, per i video fino a 5 GB.

Google, Apple e Amazon non sono però le uniche società ad aver investito nel settore del cloud storage e del cloud computing più in generale. C’è ad esempio Samsung Cloud, da utilizzare per sincronizzare foto, video, musica, documenti, rubrica, impostazioni, app e tutti gli altri elementi dei dispositivi della compagnia sudcoreana, Huawei Mobile Cloud, il servizio di archiviazione offerto da Huawei, e molti altri.