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Privacy: meglio WhatsApp, Telegram o Signal?

Non possiamo più dare per scontato la nostra privacy, è nostro dovere informarci: ecco quali sono le differenze tra WhatsApp, Telegram e Signal.

Privacy su iPhone Fonte foto: Cristian Dina / Shutterstock.com

Travolta dal polverone causato dall’ultimo aggiornamento della privacy policy, in gran parte ingiustificato visto che non cambia molto rispetto al passato, WhatsApp è sempre più alle strette anche se cerca di rassicurare i suoi utenti: i vostri dati sono tutelati e tutte le chat sono criptate. Ma gli utenti iniziano a provare nuove app, come Telegram e Signal, e alcuni non tornano più indietro.

E’ bastato un singolo tweet di Elon Musk, il capo di Tesla e Space X, in cui il miliardario invitava tutti a usare Signal per mandare in tilt questa app: milioni di utenti si sono iscritti nel giro di 24 ore (da 10 milioni a 50 milioni di utenti) e la piattaforma non ha retto l’urto improvviso, andando in down per qualche ora. Ma anche Telegram ha registrato un bell’aumento, raggiungendo i suoi primi 500 milioni di utenti. WhatsApp è ancora molto avanti, con oltre 2 miliardi di persone che la usano, ma la concorrenza comincia a sentirla veramente. Ma è veramente giustificata questa corsa verso Signal e Telegram? Cosa è meglio per la privacy tra WhatsApp, Telegram e Signal?

Privacy su WhatsApp

WhatsApp, tra le tre app di messaggistica, è sicuramente quella che raccoglie più dati sugli utenti. Le chat sono protette con crittografia end-to-end, con lo stesso protocollo di Signal, ma la piattaforma raccoglie una quantità di dati talmente grande, dalla posizione precisa alla lista dei contatti sullo smartphone, che è persino difficile elencarli tutti.

Privacy su Telegram

Telegram è più discreto di WhatsApp e raccoglie meno dati sull’utente: nome, numero di telefono, contatti, user ID e indirizzo IP. Nient’altro, ma a dire il vero non è pochissimo. Le chat sono criptate, ma con lo standard MTProto che è meno sicuro di quello Signal, usanto anche da WhatsApp. Tra l’altro la crittografia va attivata dalle opzioni, non è attiva di default.

Purtroppo Telegram non ha una storia impeccabile di sicurezza e in passato è stato “bucato” più volte con il risultato che i dati di circa 60 milioni di utenti sono finiti online. Telegram, tra l’altro, è una delle app di messaggistica preferite da chi cerca gruppi sulle IPTV illegali.

Privacy su Signal

Signal è una mosca bianca nel panorama attuale del Web: non raccoglie nessun dato sull’utente, a parte il numero di telefono, è gestito da una fondazione non profit ed è totalmente open source. Il protocollo di crittografia, come si intuisce dal nome, è il Signal (sì, Signal è sia il nome dello standard di crittografia che dell’app).

Da sempre Signal è l’app preferita dagli amanti della privacy. I famosi messaggi che si autodistruggono appena arrivati su WhatsApp, ad esempio, su Signal ci sono da tempo. Signal è così sicura e rispettosa della privacy che giornali del calibro di The Guardian, The Washington Post, The New York Times e The Wall Street Journal la consigliano ai loro utenti quando vogliono fare segnalazioni ai giornalisti.