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Addio ricariche da 5 e 10 euro, arriva la denuncia all'Antitrust

Le nuove ricariche premium di Vodafone, Tim e Wind sono finite sotto l'occhio del Codacons: partita la denuncia all'Antitrust e all'AGCOM

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donna disperata Fonte foto: Shutterstock

Le nuove ricariche premium di TIM, Vodafone e Wind non sono piaciute alle associazioni dei consumatori. Prima Altroconsumo e poi il Codacons hanno deciso di denunciare la nuova pratica all’AGCOM e all’Antitrust, perché le ricariche “premium” sarebbero un pretesto per sottrarre soldi agli utenti senza che abbiano la possibilità di difendersi.

Andiamo con ordine. Partiamo dall’inizio. Prima TIM e poi a ruota Vodafone e Wind hanno deciso di introdurre dei nuovi tagli di ricarica che oltre al credito forniscono agli utenti l’attivazione di un servizio premium. In molti casi, questi nuovi tagli hanno sostituito completamente o affiancato i classici tagli di ricarica da 5 e 10 euro. Questa nuova politica adottata dagli operatori telefonici ha trovato immediatamente la resistenza delle associazioni dei consumatori, che hanno inviato un esposto sia all’AGCOM sia all’Antitrust. Dopo la querelle sulla fatturazione a 28 giorni, gli operatori telefonici e e le associazioni dei consumatori hanno trovato un altro territorio comune per scontrarsi. Vedremo cosa accadrà nei prossimi mesi.

Addio ricarica da 5 e 10 euro, come funzionano le ricariche “premium”

Il funzionamento dei nuovi tagli di ricarica è molto semplice: pagando 5 o 10 euro non si riceve un credito di egual misura. Solitamente sono 4 o 9 euro di credito e l’euro in più viene utilizzato per l’attivazione di un servizio premium.

Con Ricarica+ di TIM si ha la possibilità di utilizzare minuti e giga illimitati per un giorno. Vodafone, invece, ha lanciato Giga Ricarica: oltre al credito si ricevono 3GB di traffico da utilizzare in un mese che si aggiungono a quelli del proprio abbonamento. La Ricarica Special di Wind permette di utilizzare chiamate e traffico dati illimitati per un giorno. I nuovi metodi di ricarica sono disponibili nei principali canali di vendita degli operatori.

L’esposto del Codacons all’Antitrust

Come accennato, il comportamento degli operatori non è passato inosservato, con le associazioni di difesa dei consumatori che hanno immediatamente presentato degli esposti all’Autorità garante delle comunicazioni e all’Antitrust. Il Codacons, nel suo esposto all’Autorità garante della concorrenza, lega direttamente questa nuova “pratica commerciale” a quella della fatturazione a 28 giorni. Secondo l’associazione a difesa dei consumatori, si tratterebbe di un escamotage per rientrare delle perdite causate dal passaggio dalla fatturazione a 28 giorni a quella mensile.

“Tutto ciò – si legge in una nota stampa del Codacons – avviene senza che il consumatore in fase di acquisto sia stato adeguatamente informato circa la nuova prassi, e solo dopo aver ricaricato il proprio credito (e speso soldi) si accorgerà della sottrazione di 1 o 2 euro. L’ utente, inoltre, non ha possibilità di scegliere se accettare o meno i servizi aggiuntivi offerti da tali nuove ricariche, servizi di cui spesso non ha alcun bisogno. Per tale motivo il Codacons ha presentato un esposto ad Antitrust e Autorità per le comunicazioni, chiedendo di aprire una istruttoria su tale nuova prassi che, a tutti gli effetti, sembra studiata dai gestori per recuperare le minori entrate garantite dalle illegali bollette a 28 giorni“.